Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 10 novembre 2014 alle ore 17:26.
L'ultima modifica è del 11 novembre 2014 alle ore 18:41.

My24

Emendamenti Pd: tetto bonus mamme a 70mila euro
Si abbassa a 70mila euro la soglia per ottenere il bonus mamme della legge di stabilità, con l'obiettivo di destinare le risorse che si libereranno a “fasce sociali più bisognose”. E' il contenuto di alcuni emendamenti di parlamentari del Pd. Di diverso tenore la proposta di un emendamento delle minoranze Pd (prima firma Stefano Fassina) che propone di sopprimere il bonus mamme, destinando le risorse ad esso finalizzate ad «un apposito programma di sostegno per l'inclusione attiva, volto al superamento della condizione di povertà, all'inserimento e al reinserimento lavorativi e all'inclusione sociale».

Emendamento Lega per flat tax
Tra i faldoni degli emendamenti alla legge di stabilità spunta una proposta della Lega che punta ad un'aliquota unica per tutti, flat tax, «corretta» solamente dai carichi familiari. Un altro emendamento del Carroccio punta a regolamentare l'esercizio della prostituzione nelle abitazioni private.

Ncd: entro aprile tassa locale unica
Un emendamento firmato dal relatore al bilancio, Paolo Tancredi (Ncd) prevede entro aprile una tassa locale unica. «Entro il 30 aprile 2015, con decreto del presidente del Consiglio dei ministri - si legge - si provvede al riordino della tassazione degli immobili, con particolare riferimento agli immobili per civile abitazione, assicurando: la neutralità del relativo gettito; l'accorpamento di tutta l'imposizione di competenza degli enti territoriali esistente in un'unica imposta locale; la riduzione delle scadenze di pagamento ad un massimo di 2 all'anno, in concomitanza con il versamento di altre imposte locali o statali». Da segnalare un emendamento di Forza Italia che chiede lo stop alla Tasi sulla prima casa, con l’unica eccezione delle abitazioni di lusso.

M5S: reddito cittadinanza e stabilizzazione bonus 80 euro
Sì al reddito di cittadinanza «per contrastare la povertà, la disuguaglianza e l'esclusione sociale». E stop al bonus temporaneo di 80 euro, con relativa stabilizzazione della misura. Lo prevedono alcuni emendamenti alla legge di stabilità presentati dal M5S.

Possibili sgravi contributivi legati a incremento occupazionale netto
Sono altre però le partite sulle quali si dovrebbero giocare i ritocchi alla legge di stabilità. Tra queste anche un rafforzamento dell'attuale riduzione dell'Irap soprattutto per le Pmi e sgravi contributi collegati a un incremento occupazionale netto. A spingere per una revisione delle misure su sconti per le assunzioni a tempo indeterminato e Irap non sono solo i gruppi parlamentari che hanno destinato a queste due questioni una fetta consistente degli oltre 3.700 correttivi arrivati alla “Bilancio”. La richiesta della commissione Lavoro sul versante degli sconti per le assunzioni è chiara: l'esenzione contributiva va collegata un incremento occupazionale netto e non deve essere concessa alle imprese «che hanno effettuato licenziamenti nei sei mesi precedenti l’assunzione».

Verso una riduzione Irap per le Pmi
Anche sull'Irap dalla commissione Attività produttive arriva un'indicazione chiara: alla luce della marcia indietro sul taglio dell'aliquota che era stato deciso dal Governo con il decreto Irpef occorrono misure compensative come l'aumento della franchigia Irap per le Pmi. E a prevedere un aumento della franchigia e anche uno dei ritocchi su cui punta Ncd. Scelta civica ha invece presentato un correttivo per ripristinare il taglio del 10% dell'aliquota in aggiunta all'azzeramento della componente costo del lavoro. FI propone con un emendamento firmato da Daniele Capezzone il dimezzamento nel 2015 dell'imposta.

Mini-estensione bonus Irpef a nuclei numerosi
Il relatore Mauro Guerra (Pd) ribadisce che il restyling in Commissione punta a ritocchi finalizzati a ridurre la tassazione su fondi pensione, Tfr e Casse di previdenza, a far scattare una mini-estensione ai nuclei numerosi del bonus da 80 euro o del bonus bebé e a introdurre la local tax su cui il Governo sta accelerando. Ma per centrare questo obiettivo c'è da superare lo scoglio delle risorse per garantire adeguate coperture. Anche perché i saldi della manovra sono inviolabili, come hanno già sottolineato il Governo e il relatore.

Martedì la scrematura dei ritocchi
Un nodo da sciogliere è quello del possibile incrocio alla Camera tra Jobs act e “stabilità”. Che, nel caso in cui venisse data precedenza alla riforma del lavoro, rischierebbe di rimanere a lungo in naftalina in commissione con un ritardato approdo in Aula (per ora fissato al 24 novembre). Martedì intanto comincerà, con le ammissibilità, la scrematura degli emendamenti e da giovedì dovrebbero essere avviate le votazioni in Commissione.

Sul tavolo 3.700 emendamenti
Il grosso dei correttivi arriva dal Pd (1.034), che è seguito da M5S (643), Fi 569, Lega (373), Sel (266), Ncd (242), Sc (120), FdI (108), Pi (81). Un altro centinaio di ritocchi è targato gruppo misto e minoranze linguistiche, cui si aggiungono 53 proposte di correttivo arrivate dalla singole Commissioni parlamentari. Ritocchi, questi ultimi, che all'inizio di questa settimana saranno inseriti nella lista degli emendamenti segnalati. Che, ad «ammissibilità concluse», non dovrebbero superare quota 500. Ed è proprio sui «segnalati», oltre che su quelli in arrivo da Governo (come la local tax) e relatore, che si concentrerà il lavoro in commissione dove si dovrebbe cominciare a votare il 13 novembre.


Shopping24

Dai nostri archivi