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Questo articolo è stato pubblicato il 11 novembre 2014 alle ore 18:45.
L'ultima modifica è del 11 novembre 2014 alle ore 20:29.

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Silvio Berlusconi (LaPresse)Silvio Berlusconi (LaPresse)

No ai diktat sulla legge elettorale, forte opposizione sui temi economici, ma sì al confronto sulla governabilità. Così Silvio Berlusconi (secondo quanto riferito da partecipanti) nel corso del comitato di presidenza del partito ha ricompattato Forza Italia, incassando all’unanimità un pieno mandato a trattare con Renzi sulle riforme . Sulla legge elettorale il leader azzurro ha sottolineato il suo “no” a imposizioni e diktat. Facendo però attenzione a non chiudere le porte al dialogo e a non rompere il patto del Nazareno. Berlusconi ha poi letto un documento che recepirebbe in larga parte gli emendamenti dell'area fittiana alla legge di stabilità. Proposte che si configurerebbero come una base programmatica dell'azione parlamentare di Fi, a partire dalle proposte per meno tasse e meno spese.

Sì unanime comitato presidenza a documento Berlusconi
Un documento, quello letto da Berlusconi, che ha ricevuto un sì all'unanimità da parte dei componenti del comitato di presidenza di Forza Italia. Nel testo, tra i vari punti, l'ex premier ha evidenziato il rilancio del partito e l'opposizione al governo sui temi economici. E al termine del comitato di presidenza l’ex Cavaliere ha espresso in una nota «grande soddisfazione per la rinnovata unità del partito», grazie a un voto all'unanimità con il quale Berlusconi ha ricevuto anche «pieno mandato a trattare con il presidente Renzi sulle riforme, in particolare quella Costituzionale e quella elettorale».

Con Fitto ritrovata unità su rilancio partito
Apparentemente archivito dunque lo scontro con il capo della fronda azzurra. Con Raffaele Fitto «abbiamo ritrovato l'unità», avrebbe detto Silvio Berlusconi, ribadendo la linea di opposizione del partito al governo Renzi sulla politica economica. Tra i punti che hanno favorito la ritrovata intesa con Raffaele Fitto, ha spiegato Berlusconi, anche la necessità di un forte e vero rilancio di Forza Italia.

Incontro Berlusconi-Fitto a pranzo
Berlusconi prima dell’ufficio di presidenza in agenda nel pomeriggio ha pranzato assieme a Gianni Letta e Denis Verdini con Raffaele Fitto, eurodeputato azzurro e punto di riferimento della «fronda interna» (a lui fanno riferimento 40 parlamentari sui 120 complessivi azzurri tra Camera e Senato). Obiettivo: provare a serrare le fila e trovare un punto di caduta condiviso sia sulla riforma elettorale che su questioni più interne come l'organizzazione del partito. «Sulla legge elettorale bisogna avere un luogo di discussione all'interno del partito, dove confrontarsi e prendere una decisione», ha detto l'ex governatore della Puglia.

Romani (Fi): modifiche unilaterali siano ritirate
La posizione espressa da Berlusconi sulla legge elettorale «(«no ai diktat») durante l’ufficio di presidenza, è stata ribadita ed esplicitata dal capogruppo al Senato Paolo Romani, che ha attaccato: «Ci attendiamo che le modifiche» proposte ieri alla riforma della legge elettorale nel vertice della maggioranza di governo siano ritirate, non essendo state concordate». Romani, al termine dell'Ufficio di presidenza di Forza Italia, ha sottolineato, ad ogni modo, come il partito azzurro «resti in campo per le riforme».

Malumori azzurri per parole Brunetta
Ha creato un certo malumore nel gruppo azzurro della Camera, del resto, la posizione espressa questa mattina dal capogruppo Renato Brunetta, alle cui parole ha replicato duramente il sottosegretario e fedelissimo del premier, Luca Lotti. Brunetta ha messo in dubbio la persistenza del patto del Nazareno, una posizione - viene spiegato - definita incauta e inopportuna da diversi deputati forzisti, in quanto non corrisponde alla linea ufficiale del partito, che deve essere decidere dal comitato di presidenza. Un'uscita a gamba tesa, da parte di Brunetta, che rischia di compromettere la trattativa sull'Italicum, proprio mentre Berlusconi sta tentando di ricompattare il partito.

Trattativa in corso
In effetti, la trattativa per le modifiche delle modifiche sarebbe già avanzata: dato per acquisito il premio alla lista invece che alla coalizione, a cambiare dovrebbe essere il numero dei collegi, che saranno tra i 100 e i 120, e la soglia di sbarramento (al 4 invece che al 3%). Su quest'ultimo punto, in particolare, si discute ancora perchè quel 3% è la soglia che consente ad Alfano di dire che fa ancora parte della trattativa. Lo stesso leader di Ncd oggi, a dispetto del passato, ha avuto una posizione di apertura verso Berlusconi: «Non usi il patto del Nazaremo come un'arma contundente e si potrà ricostruire - ha detto - una prospettiva di centrodestra».

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