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Questo articolo è stato pubblicato il 11 novembre 2014 alle ore 09:50.
L'ultima modifica è del 11 novembre 2014 alle ore 14:19.

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Italicum di nuovo al centro della scena politica, dopo l'inusuale vertice di maggioranza che ieri sera a palazzo Chigi ha delineato la nuova “road map” concordata dal premier Renzi con i vertici della maggioranza. Ovvero incardinare la riforma al Senato entro dicembre, incassarne il via libera entro l'anno, e poi strappare l'approvazione definitiva della Camera entro febbraio. Tempi stretti, dunque, che confermano il pressing di Renzi su Berlusconi per farlo convergere sull'ultima versione dell'Italicum, con un occhio al prossimo cambio della guardia al Quirinale, cui Fi non potrebbe contribuire senza firmare acconsentire ad un patto del Nazareno “aggiornato”.

Italicum, nuova soglia di sbarramento al 3%
Almeno sul fronte della riforma elettorale, nelle intenzioni di Renzi e della maggioranza il “nuovo” patto del Nazareno dovrebbe a questo punto prevedere il premio di maggioranza al partito che ottiene il 40% dei voti (se nessuno lo ottiene si va al ballottaggio tra i due partiti più votati), capilista bloccati e preferenze in collegi prlurinominali, ma soprattutto una soglia di sbarramento al 3%, come chiesto dai “piccoli” della maggioranza, ben al di sotto dell'8% sollecitato da Berlusconi e del 5% proposto inizialmente dal premier. Una soglia che renderebbe molto meno necessario l'abbraccio, a destra, tra Forza Italia e i partiti minori come Fratelli d'Italia.

Oggi Berlusconi riunisce il Comitato di presidenza FI
Berlusconi dovrà decidere in fretta se accettare o meno la proposta del premier, che anche ieri ha ribadito l'intenzione di fare le riforme «con chi ci sta», e si ripromette di vedere nei prossimi giorni anche le altre forze dell'opposizione, compresa Forza Italia, mentre il suo braccio destro Guerini spiega che la maggioranza «ha i numeri anche da sola in Parlamento», ma «abbiamo l'ambizione di fare le riforme con tutti». Messo alle strette da Renzi, Berlusconi riunirà questo pomeriggio il comitato di presidenza di Forza Italia per valutare il consenso sulle proposte in materia elettorale del premier e tentare di ricompattare il partito, scosso dalla fronda interna guidata da Fitto.

Domani nuovo incontro Renzi-Berlusconi, poi direzione Pd
In questo scenario, il momento della verità potrebbe essere domani, quando è in programma un nuovo incontro Renzi-Berlusconi, seguito a stretto giro da una riunione della direzione Pd, cui sarà sottoposto il patto di maggioranza. All'ordine del giorno anche «determinazioni» su un tema che spacca il Pd come il Jobs act e fare un punto più in generale sulla situazione del governo.

Il “Patto di S. Martino” della maggioranza
Dalle parti della maggioranza, il vertice di ieri sera si è chiuso dopo la mezzanotte con un documento scritto (subito ribattezzato “patto di S. Martino”, santo del giorno) che rassicura in particolare l'Ncd: le quattro priorità concordate sono legge elettorale, riforme costituzionali, riforma del lavoro, e delega fiscale. In particolare, c'è il rinnovo dell'impegno ad arrivare al 2018, perché il voto anticipato sarebbe «un errore e una sconfitta inaccettabile». E c'è la promessa di completare «senza stravolgimenti» la prima lettura della riforma del Senato entro gennaio alla Camera e entro marzo al Senato.

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