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Questo articolo è stato pubblicato il 11 novembre 2014 alle ore 18:46.
L'ultima modifica è del 11 novembre 2014 alle ore 20:05.

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La tagliola della commissione Bilancio della Camera è caduta su 1.600 emendamenti alla legge di stabilità, dichiarati inammissibili. In commissione erano state presentate 3.700 proposte di modifica. Ne restano al vaglio quindi circa 2.100. C’è tempo fino a stasera per i ricorsi. La seconda scrematura arriverà domani, quando la Commissione Bilancio limiterà il numero dei “segnalati” a circa 500. I temi su cui si lavorerà saranno quelli più gettonati con gli emendamenti (Tfr in busta paga, tassazione sui fondi pensione e sulle casse previdenziali, bonus mamme, deducibilità Imu degli immobili produttivi, patronati, minimi per gli autonomi), con la consapevolezza che i saldi non potranno essere modifiche. La mancanza di coperture adeguate è lo scoglio su cui si è infranta gran parte degli emendamenti dichiarati oggi inammissibili.

Inammissibili emendamenti Pd su tassazione agevolata Tfr
Tra gli emendamenti dichiarati inammissibili quelli di Maino Marchi e Marco Causi (Pd) per riportare l'anticipo del Tfr in busta paga ad un sistema di tassazione separata, ovvero non cumulabile con il resto dell'imponibile. Le proposte di modifica sono infatti prive della necessaria copertura. Stop anche alla proposta di Stefano Fassina per destinare anche agli statali il Tfr in busta paga e per farlo pagare direttamente dai datori di lavoro nelle imprese sotto i 50 dipendenti. In realtà un ragionamento sulla tassazione del trattamento di fine rapporto il governo sembra disposto a farlo, così come sulle aliquote dei fondi pensione sulle quali si potrebbe scendere dal 20% al 15%, purché le mancate entrate siano compensate con altro gettito.

No alle norme sugli Lsu
Per quanto riguarda gli emendamenti che non hanno superato la tagliola della commissione Bilancio per estraneità di materia ci sono le norme, già stralciate per la stessa ragione dal testo dalla commissione Bilancio, che autorizzano la spesa di 100 milioni per gli Lsu di Napoli e Palermo. L'emendamento era stato presentarto dai deputati Dore Misuraca (Ncd) e Flvio Bonavitacola (Pd).

Bocciate molte micro-misure
Stop anche a numerosissime micro-misure: dallo stanziamento di 2 milioni per il settore ittico, 3 milioni per l'Istituto superiore di Sanità in Puglia, 30 milioni nel triennio per i collegamenti di trasporto marittimo veloce nello Stretto di Messina, 20 milioni in due anni per l'artigianato digitale, nonché la nascita del “tutor digitale”. Nulla di fatto anche sulla proroga fino al 31 dicembre 2015 del regime di tracciabilità dei rifiuti attualmente utilizzato in attesa dell'entrata in funzione del Sistri e all'emendamento soppressivo dello Svimez. E stop ancora alla possibilità per Anas di applicare il pedaggio su alcune autostrade e su alcuni raccordi autostradali.

Bonus mamme
Tecnicamente l'esecutivo non sembra contrario neanche ad una possibile revisione del tetto di reddito al bonus mamme, oggi a 90.000 euro. Gli emendamenti per un abbassamento sono decine e arrivano da ogni parte politica, ma le risorse liberate, spiegano fonti governative, dovrebbero comunque essere in qualche modo destinate a servizi per l'infanzia, come gli asili nido. Al di là di un puro discorso finanziario, la decisione resta comunque politica.

Deducibilità Imu su immobili di impresa
Allo stesso modo non pare del tutto accantonata neanche l'idea di aumentare la deducibilità Imu degli immobili di impresa, nella consapevolezza però che ogni aumento di un punto (oggi è al 20%) comporta un aggravio di 20 milioni di euro.

Emendamento governo su reverse charge per ipermarket-discount
Il governo ha presentato ieri l'annunciato emendamento alla legge di Stabilità per l'allargamento del reverse charge sull'Iva agli acquisti di beni effettuati da «ipermercati, supermercati e discount alimentari». In questo modo si sposta l'obbligo di versamento dell'imposta sul valore aggiunto dalle piccole partite Iva alle grandi catene della distribuzione. La misura porterà un incasso di 728 milioni. Ma se l’Ue non dovesse dare il via libera all’estensione dell’inversione contabile le risorse dovranno esserre recuperate, in alternativa, con l’aumento della clausola di salvaguardia sulle accise per carburanti. Se la clausola di salvaguardia dovesse scattare, sommata anche alla salvaguardia prevista nel dl Imu, l'anno prossimo si arriverebbe, secondo i calcoli dell'Unione petrolifera, ad un aggravio fiscale di 8 centesimi al litro. In pratica circa 4 euro a pieno di sole tasse per un'auto di media cilindrata. Il governo ha sempre assicurato che le clausole saranno neutralizzate, così come successo già per quelle inserite nella manovra dello scorso anno dal governo Letta.

Obiettivo local tax
Al momento il lavoro dell'esecutivo si concentra molto sulla local tax. L'obiettivo è quello di farla confluire proprio nella legge di stabilità, ma restano ancora dei nodi essenziali da sciogliere. Il primo riguarda gli immobili di classe D, sottoposti ad Imu pagata oggi direttamente all'Erario. Il gettito dovrebbe passare ai Comuni, che in cambio dovrebbero versare allo Stato le addizionali Irpef a titolo di compensazione. Si tratta però di un ginepraio di aliquote, visto che ogni amministrazione ha la sua. Difficile stabilirne una intermedia che non crei malcontento tra i Comuni che si troverebbero improvvisamente a versare a Roma più di quanto incassato finora, rispetto a quelli invece che verserebbero di meno.


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