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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2014 alle ore 08:00.

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Tendenza a dormire e mangiare troppo, ma anche svogliatezza e meno reattività agli stimoli. Sono alcuni sintomi del disturbo affettivo stagionale (Sad, seasonal affective disorder), che si manifesta in determinati periodi dell’anno: colpisce con l’arrivo dell’autunno per protrarsi anche durante l’inverno. Gli anglosassoni la chiamano winter blues, questa particolare forma di disturbo dell'umore che colpisce l'1-2% della popolazione, prevalentemente donne.

Le persone che ne sono affette, risentirebbero di alterazioni stagionali del meccanismo di regolazione della serotonina, un neurotrasmettitore che influenza il tono dell'umore.

«Possiamo dire che il disturbo stagionale assomiglia un po' a una sindrome da letargo» sostiene lo psichiatra Michele Cucchi, direttore sanitario del Centro medico Sant’Agostino di Milano che su questi temi ha attivato il nuovo centro “Mente e Cervello”. «Sintomi come iperfagia, ipersonnia e soporosità sono le caratteristiche che più di tutte tendono a distinguerla dalla depressione canonica, caratterizzata invece da insonnia, inappetenza con forte dimagramento, ansia e tendenza ad essere iper-reattivi».

Altre caratteristiche peculiari della Sad, continua lo psichiatra, sono la stretta connessione dei periodi di disagio a determinati periodi dell'anno, nella storia del paziente. In comune con la depressione, invece, troviamo il senso di colpa, la visione pessimistica della vita, la mancanza di fiducia in sé.

Tutti ci possiamo sentire un po’ Sad
Ovvio che presi uno per uno non sono sintomi specifici e tutti noi, con l’arrivo dell’autunno e poi dell’inverno ci possiamo sentire un po' SAD. Soprattutto quando la crisi economica impone alla gente maggiori sforzi per far fronte alle difficoltà lavorative...

Colpisce di meno col passare degli anni
Maggiormente frequente nelle donne con un rapporto di 4:1 rispetto agli uomini, questo disturbo dell’umore tende a diminuire con l'aumentare dell'età. Infatti, come ormai numerosi dati di letteratura suggeriscono, le persone non più giovani hanno una minore sensibilità alla ciclicità ormonale e risentono meno dei cambiamenti stagionali, perché è come se il loro orologio biologico si irrigidisse. Fanno al contrario più fatica dal punto di vista ormonale, a cambiare abitudini.

Colpa di un orologio biologico sfasato. Ma non solo
Quali sono le cause? «Alla base del disturbo sembrerebbero esserci vari fattori che agiscono sinergicamente su un obiettivo biologico comune, una desincronizzazione dei ritmi circadiani: sensibilità retinica alla luce, squilibri del sistema serotoninergico, cambiamenti di abitudini del ritmo sonno - veglia».

Questa teoria è supportata per esempio dai dati che indicano come nei paesi del nord Europa questo problema raggiunga il 10% della popolazione, sono i posti dove la luce solare c'è per poche ore per pochi mesi l'anno.

Curarsi con la luce?
Proprio perché alla base del disturbo si ipotizza esserci una particolare sensibilità ai fattori esterni ( luce, clima, ritmo sonno veglia, attività fisica), è stato approfondito il ruolo terapeutico del fattore biotropo esterno più forte: la luce.
La terapia della luce è l'indicazione principale, secondo Cucchi, per il disturbo affettivo stagionale: «produce un risultato apprezzabile in meno di due settimane, può essere utilizzata anche come forma di prevenzione della ricaduta e di stabilizzazione del risultato ottenuto».

Tutti noi, dunque, in autunno o in inverno ci possiamo sentire un po' SAD: «Ci sono ovviamente sfumature di intensità ma anche e soprattutto differenze qualitative - conclude lo psichiatra - da ricercare propriamente nei ritmi biologici e nel loro sfasamento, per nulla presente in condizione di tristezza e malessere fisiologico, quello che a volte la vita ci regala».

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