Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 16 novembre 2014 alle ore 17:38.

My24

Dopo aver schierato sulle basi kuwaitiane Mubarak e al-Salem un aereo cisterna Boeing KC- 767A e due droni Predator, l'Italia ha deciso di assegnare all'operazione della Coalizione guidata dagli Stati Uniti contro lo Stato Islamico anche 4 bombardieri Tornado del 6° Stormo di Ghedi. I velivoli italiani, già protagonisti del conflitto contro l'Iraq del 1991, delle guerre balcaniche nel 1995 e 1999 e delle più recenti operazioni militari in Afghanistan e Libia, potrebbero essere operativi entro fine novembre.

L'incremento del ruolo italiano nella lotta al Califfato è stato annunciato venerdì al Sole 24 Ore dal Capo di stato maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, e dal Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, in un'intervista sul quotidiano La Stampa, motivando la decisione con le richieste della Coalizione. Del resto i risultati non esaltanti conseguiti finora dalle operazioni in Iraq e Siria sembrano aver indotto Washington a chiedere agli alleati di ricoprire un maggior ruolo bellico tenuto conto che finora i velivoli statunitensi hanno effettuato circa l'85% delle circa 900 incursioni aeree effettuate su Iraq (500) e Siria (400).

L'ipotesi di inviare in Kuwait anche alcuni cacciabombardieri Amx o Tornado era già emersa nell'ottobre scorso ma venne poi esclusa, secondo indiscrezioni, per evitare i rischi di impiegare velivoli da combattimento con piloti a bordo sul territorio controllato dai miliziani jihadisti. L'invio dei 4 bombardieri Tornado in Kuwait non modificherà la caratteristiche della partecipazione italiana alle operazioni della Coalizione che prevedono il sorvolo del solo territorio iracheno (non di quello siriano su cui volano solo aerei da combattimento americani e degli alleati arabi) ed escludono l'impiego di armamento.

I droni Predator sono infatti disarmati (anche perché gli Stati Uniti non hanno mai acconsentito a vendere all'Italia i kit di armamento per missili Hellfire e bombe a guida satellitare JDAM) e i bombardieri Tornado avranno “compiti di ricognizione avanzata” ha detto il ministro Pinotti. Pur potendo imbarcare 9 mila chili di bombe, missili, serbatoi ausiliari di carburante ed equipaggiamenti, i velivoli saranno probabilmente equipaggiati solo dei 2 cannoni da 27 millimetri Mauser per l'autodifesa e del “pod” Reccelite, sistema da ricognizione di produzione israeliana in grado di raccogliere e trasmettere immagini di bersagli al suolo.

Considerato che il Califfato non dispone di forze aeree (tre Mig di cui si erano impossessati i jihadisti in una base dell'aeronautica siriana sarebbero poi stati distrutti dai jet di Damasco) i velivoli italiani non rischiano di venire attaccati dal cielo e svolgeranno esclusivamente missioni di ricognizione, sorveglianza e intelligence acquisendo informazioni su obiettivi che verranno attaccati dai jet alleati.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi