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Questo articolo è stato pubblicato il 17 novembre 2014 alle ore 18:33.
L'ultima modifica è del 17 novembre 2014 alle ore 21:36.

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Lo sciopero generale di venerdì 5 dicembre, proclamato dalla Cgil per 8 ore contro la legge di Stabilità e il Jobs act, è parzialmente illegittimo. Lo ha stabilito l’Autorità di garanzia per gli scioperi, specificando che alcuni settori non potranno incrociare le braccia, a partire dall’intero comparto del trasporto ferroviario. Inoltre, in alcune Province non si potrà scioperare con riferimento al trasporto pubblico locale.

Le polemiche sulla data
Lo sciopero aveva già suscitato polemiche proprio per la data scelta dal sindacato, il venerdì prima del lunedì festivo dell’8 dicembre. «Un ponte», avevano ironizzato in molti sui social network, anche dal Pd, evidenziando i disagi potenziali provocati da uno stop lungo di fatto quattro giorni. Ma la Cgil aveva difeso la scelta, lanciando l’invito a unirsi anche a Cisl e Uil. Che però lo hanno declinato. «Siamo pronti a valutare le decisioni delle altre organizzazioni, ci farebbe piacere un'evoluzione positiva, e siamo pronti a spiegare al Garante per gli scioperi che non c'è nessuna illegittimità nella proclamazione del 5 dicembre», ha afermato il segretario generale Cgil, Susanna Camusso.

Da oggi confronto Cgil-gruppi parlamentari
E proprio oggi la Cgil ha inaugurato il primo di una serie di incontri con le forze parlamentari per discutere le preoccupazioni e le proposte su manovra e riforma del lavoro. Al presidente del gruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, la leader della Cgil ha ribadito il giudizio critico sui provvedimenti del governo, inclusa la delega sulla Pubblica amministrazione. «Leggi contraddittorie e dannose», ha sostenuto Camusso, affermando che la legge di Stabilità «non affronta il nodo essenziale della crescita e della creazione di lavoro». Domani il segretario confederale incontrerà il capogruppo della Lega in Senato, Gianmarco Centinaio. Mercoledì il sindacato incontrerà invece i capigruppo del Pd di Camera e Senato, poi i capigruppo di Sel e nel tardo pomeriggio il presidente.


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