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Questo articolo è stato pubblicato il 20 novembre 2014 alle ore 06:36.
L'ultima modifica è del 20 novembre 2014 alle ore 07:49.

Se qualcuno ancora ritiene che la Rai possa essere privatizzata così com'è, farebbe bene a riflettere sulla giornata di ieri. E magari anche a chiedere che cosa ne pensa il direttore generale della Rai Luigi Gubitosi, il manager a cui il governo Monti affidò due anni fa il difficile risanamento della Rai e a cui si deve oggi il successo della prima operazione strategica del gruppo pubblico dopo decenni di immobilismo, la privatizzazione e la quotazione in Borsa di Rai Way, la società che gestisce le torri di trasmissione della tv pubblica.

«Sono molto soddisfatto della risposta del mercato all'Ipo di Rai Way - dice Gubitosi a Il Sole 24 Ore - ma mi fermo qui. La privatizzazione della Rai non è un'opzione che spetta a me: la decisione è del governo. E comunque, non credo che avverrà nell'arco del mio mandato, che scadrà nella primavera del 2015 con l'assemblea sul bilancio 2014. Che si chiuderà ancora una volta in utile».

Se è dunque evidente che la quotazione della Rai non è (e non sarà) un problema di Gubitosi, il debutto in Borsa della controllata Rai Way è certamente un successo personale: dalla decisione all'esecuzione sono trascorsi meno di 5 mesi, un record per la Rai e per qualunque privatizzazione mai fatta in Italia. Ma forse proprio perchè siamo in Italia e parliamo di Rai, il vero rischio non scritto nei prospetti è quello della politica: e ieri, la quotazione in Borsa di Rai Way ha rischiato di farne le spese poche ore dopo il suo brillante debutto a Piazza Affari. La spaccatura nel consiglio della Rai (con le dimissioni di Luisa Todini) sulla decisione di fare causa al Governo contro il prelievo di 150 milioni di euro dal canone degli abbonati alla tv pubblica si è immediatamente ripercossa sul titolo di Ray Way, danneggiandone in qualche misura il valore finale: le azioni, collocate a 2,95 euro, hanno viaggiato intorno ai 3,12 euro fino alle 16,30, quando le prime notizie sul ricorso contro il Governo ne hanno stroncato la corsa facendole cadere fino a 3 euro (in Borsa anche i centesini pesano). «La scelta del ricorso contro il Governo proprio il giorno del debutto di Rai Way - spiega Gubitosi dopo la clamorosa decisione del board - non può farmi certamente piacere e non manda un bel segnale al mercato. Ma un'operazione ben gestita in ogni fase e il cui valore è stato immediatamente recepito dagli investitori non può passare in secondo piano per eventi che nulla hanno a che fare con le logiche industriali e finanziarie che le sono alle spalle. Rai Way piace al mercato perchè è ben gestita, ha ottimi manager e concrete prospettive di crescita e sviluppo: prima era solo una costola della Rai, ora è un'impresa aperta al mercato e ben posizionato anche per diventare soggetto aggregante nel processo di consolidamento in corso nel suo settore.

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