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Questo articolo è stato pubblicato il 21 novembre 2014 alle ore 16:32.
L'ultima modifica è del 21 novembre 2014 alle ore 16:47.

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Antonis SamarasAntonis Samaras

Continua il braccio di ferro tra Troika e Governo di Atene che ha accettato di proporre al Parlamento solo 16 delle 19 misure chieste dai creditori internazionali per incassare l’ultima tranche di aiuti targati Ue e mettere le basi per la linea di credito precauzionale quando a fine anno finirà il Memorandum .

Il governo insiste sulle questioni non negoziabili delineate nei giorni precedenti: “no” all'aumento dell'Iva sui prodotti alimentari e di largo consumo, “no” ai licenziamenti collettivi e “no” ad una ulteriore riduzione delle pensioni. La riunione, durata quattro ore, tra il ministero delle Finanze guidato da Gikas Hardouvelis e i funzionari della troika si è conclusa senza accordo. Senza il quale gli aiuti potrebbero non arrivare.

Nel 2015 il bilancio della Grecia dovrebbe evidenziare un avanzo primario di 3,3 miliardi di euro, ovvero il 3% del Prodotto interno lordo. Il governo stima inoltre che il deficit di bilancio sarà 338 milioni di euro, ovvero lo 0,2 % del Pil. Secondo i creditori internazionali, tuttavia, il disavanzo reale potrebbe essere più vicino al 3 % e quindi hanno chiesto nuove misure di austerità per 2,6 miliardi.

Atene sta cercando di raggiungere un’intesa in tempo per la riunione dei ministri delle Finanze dei 18 paesi della zona euro, in calendario il prossimo 8 dicembre. In quell'occasione dovrebbe essere approvata una nuova tranche di aiuti e messe le basi per la cosidetta linea di credito precauzionale. Quanto all’Fmi il piano di aiuti terminerà nel secondo trimestre del 2016.


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