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Questo articolo è stato pubblicato il 21 novembre 2014 alle ore 13:46.
L'ultima modifica è del 21 novembre 2014 alle ore 15:44.

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Wolfgang Schaeuble (Ap)Wolfgang Schaeuble (Ap)

L'Europa deve «urgentemente cambiare i trattati» almeno per l'Eurozona, e, come già proposto in altre occasioni, serve un rafforzamento della governance economica con un ministro delle Finanze per i Diciotto. Lo ha detto il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble intervenendo al congresso europea dei banchieri, a Francoforte, dove questa mattina ha parlato anche il presidente della Bce, Mario Draghi. «Non voglio dover difendere l'euro per i prossimi cinque o dieci anni con l'attuale governance», ha detto l’alleato di Angela Merkel.

Non è la prima volta che Schaeuble, spesso accusato di eccessiva rigidità nella difesa del modello tedesco fatto di austerità e conti in ordine, mostra il suo lato più europeista. Da tempo sostiene infatti che l’Eurozona ha bisogno di maggiore integrazione: di qui la sua proposta di un ministro delle Finanze, di un Parlamento e di un bilancio autonomo per la zona euro. Quel secondo pilastro insomma che deve servire a rafforzare la moneta unica, troppo esposta agli attacchi degli investitori ai suoi anelli più deboli, come dimostra la dolorosa storia degli ultimi anni.

Il Governo tedesco è favorevole a ulteriore cessione di sovranità, più di quanto tradizionalmente non lo sia quello francese. Cessione di sovranità che tuttavia non deve mettere in discussione le linee guida delle politiche nazionali, che secondo Berlino, nonostante il rallentamento dell’economia dell’Eurozona, devono essere basate su un equilibrio tra entrate e spese pubbliche e non sull’emissione di nuovo debito.

In nessun caso, ha charito il ministro delle Finanze del governo Merkel, sarà possibile ripetere gli errori fatti a inizio degli anni 2000, quando a Germania e Francia è stata permessa la violazione del Patto di stabilità e di crescita. «L'errore più grande nella storia dell'Eurozona - ha detto Schaeuble - è stato permettere a Francia e Germania nel 2003 di non attenersi alle regole che avevamo tutti concordato assieme. Dopo di che è successo un patatrac. Adesso, non ripetiamo gli stessi errori di allora ma diciamo che bisogna rispettare le regole».

L’idea di potenziare la governance dell’Eurozona circola da tempo. Il presidente uscente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, aveva messo a punto nel 2012, nel pieno della crisi dell’Eurozona, un documento elaborato insieme a Mario Draghi, José Manuel Barroso e Jean Claude Juncker, basato su 4 pilastri per rafforzare l’area euro: unione bancaria, unione di bilancio, unione economica e maggiore legittimazione democratica delle istituzioni europee. Finora il documento di sette pagine, intitolato «Verso un’autentica unione economica e monetaria», se si eccettua il primo punto, è rimasto lettera morta. Dovrà essere rilanciato dall’erede di Van Rompuy, il polacco Donald Tusk, che dal 1° dicembre diventerà il nuovo presidente del Consiglio europeo co un mandato di due anni e mezzo, rinnovabile una sola volta.

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