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Questo articolo è stato pubblicato il 24 novembre 2014 alle ore 07:44.
L'ultima modifica è del 24 novembre 2014 alle ore 15:07.

Nessun brivido e, come da pronostico, quattro risultati scontati: vittoria di Mario Oliverio, 61 anni, cosentino, politico di lunghissimo corso e candidato governatore del centrosinistra in Calabria, sconfitta nel centrodestra disunito, scioglimento del M5S e altissima astensione al voto (in pratica uno su due non ha votato).
Oliverio ha sbancato gli avversari, a partire dai due candidati del centrodestra disunito, vale a dire Wanda Ferro per Fi e Fratelli d'Italia e Nico D'Ascola per Ncd-Udc, diventando il nuovo presidente della Regione Calabria.
Le liste erano 15: otto a sostegno della candidatura di Oliverio, tre con Wanda Ferro, due con D'Ascola, una a testa per Gattuso e Cantelmi. I candidati che si sono contesi i 30 posti di Palazzo Campanella erano 348: 192 per Oliverio, 60 per Wanda Ferro, 48 per D'Ascola, 24 a testa per Gattuso e Cantelmi.
Oliverio ha superato il 61% mentre Ferro ha toccato il 23%, D'Ascola il 9%, Domenico Gattuso (Sinistra Radicale che riproponeva anche l'esperienza della lista Tsipras delle ultime elezioni europee) l’1,3% e Cono Cantelmi del M5S, sfiatato e sfiancato in partenza e sul filo di lana dal suo capo Beppe Grillo, si è dovuto accontentare del 5%.
Nel 2010 il predecessore di Oliverio, Giuseppe Scopelliti, costretto dopo un tira-e-molla alle dimissioni per aver riportato il 27 marzo una condanna in primo grado a sei anni e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici per fatti relativi alla gestione del modello Reggio, città di cui è stato ispiratore e sindaco- padrone politico per anni, aveva vinto con il 57,76% dei voti. Agazio Loiero, che ha deciso questa volta di non candidarsi ma di lanciare alcuni suoi pupilli, a partire dal cognato, nella lista “Autonomia e diritti” a sostegno di Oliverio, nel 2010 raccolse il 32%. L'imprenditore del tonno Pippo Callipo, che questa volta è corso in sostegno di Wanda Ferro, nel 2010 si presentò raccogliendo il 10% dei consensi.
Il Pd nelle elezioni del 2010 prese il 15,75% dei voti mentre il Pdl il 26,39%. Assenti M5S e Ncd. Alle Europee 2014 il Pd raccolse 52,52%, travolto dalla novità Renzi e Fi l'11,78%. La Lega prese il 5,04%, il M5S il 19,23% e Ncd/Udc il 2,58%. Difficile fare paragoni, visto che in Italia le coalizioni e i partiti si compongono e scompongono come in un cubo di Rubik ma i risultati consegnano al Pd il 24%, il 12% a Fi, il 6% al Ncd, il 2% all’Udc.
I problemi iniziano ora.
Oliverio, oltre alla vecchia guardia ex Pci e Dc, aveva un enorme blocco di potere dietro le quinte a tirare la volata e una fila di candidati consiglieri che hanno piroettato dal centrodestra fiutando la vittoria e portando in dote le ricchissime eredità delle preferenze.
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