Dalla bolla in Borsa alla polvere: ecco che fine hanno fatto le ex regine della new economy italiana
Altro che slot machine. Fare soldi in Borsa 15 anni fa era un gioco da ragazzi: bastava comprare azioni di aziende internet e si diventava ricchi. Tiscali, per esempio, nel febbraio del 2000 strappava a Piazza Affari guadagni del 30-40% al giorno. Ma dai picchi in Borsa della bolla internet, quanta strada hanno percorso all'ingiù le “dotcom” italiane di fine millennio? Ecco tre storie esemplari
di Enrico Marro
3. Lo sboom della new economy / Finmatica: da 191,5 euro a zero
(Fotogramma)
La software house bresciana capitanata dal salernitano Pierluigi Crudele sbarca a Piazza Affari il 24 novembre del 1999 a 5 euro e subito schizza in orbita. L'8 marzo del 2000 il titolo tocca il suo massimo a 191,5 euro. Poi lo sboom in Borsa. Ma il peggio arriva a inizio 2004, in piena bufera Parmalat, quando Crudele e i suoi collaboratori annunciano di voler emettere nuovo prestito obbligazionario. Sono i giorni del crack Parmalat e il titolo Finmatica crolla mentre si moltiplicano i sospetti sulla consistenza della liquidità del gruppo. La Consob si fa avanti, poi sull'azienda bresciana scattano le indagini della magistratura che portano all'arresto (cui segue la scarcerazione) di Crudele e dell'amministratore delegato, Fabio Bottari. Il titolo viene sospeso il 4 agosto 2004. La società viene posta in liquidazione il 22 novembre. Il 9 dicembre arriva il fallimento. Ironia della sorte, Finmatica era passata alla storia per il maggior rialzo a Piazza Affari nel primo giorno di quotazione: +700%.
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