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Questo articolo è stato pubblicato il 29 novembre 2014 alle ore 17:27.
L'ultima modifica è del 30 novembre 2014 alle ore 13:28.

Il governo ha incassato la fiducia sui tre maxi-articoli in cui è stata suddivisa la legge di stabilità. Nel primo voto di fiducia i sì sono stati 349 sì, e i no 70, con un astenuto. Nel secondo si sono registrati 351 sì e 67 no (un astenuto). Nel terzo 346 sì e 39 no (sempre un astenuto). L'ultimo via libera è arrivato nella tarda serata di sabato. I tre voti di fiducia sono stati chiesti ieri dal governo su altrettanti maxi-articoli in cui è stata suddivisa la manovra.
Domenica il via libera al provvedimento
Sarà un weekend di lavoro per l'Aula della Camera, chiamata oggi a confermare la fiducia al governo e domenica a votare il provvedimento. Esaurite stanotte le tre votazioni di fiducia, i lavori dell'aula riprenderanno domenica dalle 9, con l'esame dei 306 ordini del giorno al provvedimento. Il voto finale sul provvedimento è atteso per domenica sera. Il testo passerà poi a palazzo Madama, dove dovranno essere sciolti i nodi rimasti insoluti, dai tagli alle Regioni, all'alleggerimento dell'aggravio della tassazione su rivalutazione fondi pensioni, Tfr e casse previdenziali.
Via libera dalla minoranza Pd
Il governo ieri ha posto tre fiducie sugli altrettanti maxi-articoli in cui è stato spacchettato il testo approvato dalla commissione bilancio. A dispetto dell'iter travagliato del Jobs act, questa volta tutto dovrebbe filare liscio. La minoranza Pd, al contrario di quanto accaduto con la riforma del lavoro, non ha annunciato alcuna battaglia e ha assicurato che voterà sì. La decisione è stata annunciata ieri mattina da Stefano Fassina, esponente di punta della minoranza. Fassina ha riconosciuto l'importanza del lavoro svolto dalla commissione Bilancio, che ha approvato anche alcuni emendamenti proposti dalla stessa minoranza, come quello che concentra le risorse del bonus bebè sulle famiglie più povere, o quello sulla quota di cofinanziamento dei fondi strutturali per il Sud.
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