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Questo articolo è stato pubblicato il 29 novembre 2014 alle ore 11:50.
L'ultima modifica è del 29 novembre 2014 alle ore 14:03.

È piombato il silenzio dentro l'immensa Moschea Blu di Sultan Ahmet quando Papa Francesco a mani giunte e capo chino davanti al mihrab si è raccolto in preghiera accanto al Gran Muftì, che recitava le preghiere con le mani aperte. Francesco è arrivato questa mattina a Istanbul per il secondo giorno della sua visita in Turchia, dedicato agli incontri religiosi con gli ortodossi, che culmineranno domenica con una dichiarazione congiunta.
Imponenti le misure di sicurezza lungo il percorso che ha fatto il Papa dall'aeroporto e anche nei dintorni della stessa Moschea, la zona turistica più conosciuta della città, dove ha sede anche Santa Sofia, l'ex basilica costantiniana poi diventata moschea dopo la conquista ottomana e dal 1935 un museo.
La preghiera, o raccoglimento, di Francesco nella Moschea è durata circa due minuti: all'ingresso, Jorge Mario Bergoglio si è tolto le scarpe, seguendo la tradizione musulmana che vuole i fedeli scalzi in un luogo di preghiera. Il Pontefice è stato guidato prima ad una visita dentro la moschea, poi si è intrattenuto alcuni minuti riservatamente. Anche Benedetto XVI nel 2006 rimase un minuto raccolto in silenzio nella moschea blu. Bergoglio ha invertito l'ordine della visita per rispetto nei confronti dell'ora di preghiera musulmana, andando prima alla moschea blu e solo dopo a Santa Sofia. Nel pomeriggio la messa alla cattedrale della Spirito Santo e a seguire l'incontro al Patriarcato Ecumenico ortodosso, il “Pahanar”, con il patriarca Bartolomeo I.
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