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Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2014 alle ore 11:47.
L'ultima modifica è del 02 dicembre 2014 alle ore 17:29.

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(Corbis)(Corbis)

L'ufficio del procuratore generale della Federazione Russa sta indagando sulle attività della Banca Centrale in relazione ai recenti crolli del rublo, proseguiti anche oggi. Le indagini sono state avviate dopo che un deputato della medesima maggioranza, nonché membro della commissione Budget e Fisco della Duma, Yevgeny Fyodorov, ha accusato la banca centrale di essere «un nemico del paese» per aver affossato il rublo e di star cospirando contro il bene nazionale. Secondo quanto riportato dall'agenzia russa Interfax, la stessa Banca centrale ha confermato che gli uomini dell'ispettorato stanno esaminando le sue operazioni.

Ieri il rublo è arrivata a perdere fino all’8% del suo valore contro il dollaro e l'euro prima di riprendersi leggermente nel finale e ridurre la perdita al 4%. Anche oggi continua a indebolirsi pesantemente: nelle ultime ore perde oltre il 5% sul dollaro a quota 54 e cede quasi il 5% anche sull’euro (si veda il grafico). Secondo il ministro delle Finanze Siluanov, la moneta è sottovalutata: il suo equilibrio dovrebbe essere intorno a quota 45 sul dollaro se i prezzi del petrolio torneranno intorno a quota 80 dollari al barile dai 72 del Brent di oggi.

Le banche al dettaglio intanto hanno ridotto le vendite di valuta straniera: in particolare Rosbank ha limitato l'ammontare massimo delle transazioni a 1000 dollari onde evitare la fuga di capitali.

Mosca: nel 2015 sarà recessione
La bufera valutaria e le sanzioni internazionali pesano sull’economia. Il Governo russo ha infatti tagliato drasticamente le stime sul Pil 2015 portandole da una crescita dell'1,2% a un calo dello 0,8%, con la recessione già nel primo trimestre dell'anno. Sarebbe la prima volta dal 2009 che il Pil cade in territorio negativo. Per il 2014 la stima è stata leggermente migliorata a una crescita dello 0,6% dallo 0,5% indicato in precedenza. La caduta del rublo, afferma il governo, avrà «un impatto molto forte sull’inflazione», destinata a raggiungere la doppia cifra dall’8,3% di ottobre. «Penso che l'economia russa sia vulnerabile a tre tipi di crisi - ha spiegato il vice ministro dell’Economia Alexei Vedev - strutturale, congiunturale e geopolitica». Il governo prevede inoltre ora che le sanzioni dureranno fino al 2016 mentre in precedenza si puntava su una loro attenuazione nel corso del prossimo anno.

L’impatto delle sanzioni si fa sentire sulle imprese e le banche finite nella lista nera di Unione Europea e Stati Uniti. Il Governo è già dovuto intervenire con iniezioni di capitale per garantire il fabbisogno finanziario di società che non possono più indebitarsi all’estero. L’ultima della lista è Gazprombank, il braccio finanziario del gigante energetico Gazprom, che riceverà fondi per 40 miliardi di rubli (760 milioni di dollari).

Il ministero dell’Economia stima inoltre che quest’anno ci sarà una fuga di capitali di 125 miliardi di dollari contro i 100 stimati in precedenza e nel 2015 di 90 miliardi di dollari, contro i 50 miliardi della vecchia stima.

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