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Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2014 alle ore 11:36.
L'ultima modifica è del 02 dicembre 2014 alle ore 13:16.

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(Reuters)(Reuters)

Le raffinerie asiatiche hanno sospeso le importazioni di «condensate», una varietà di petrolio light crude, dagli Stati Uniti in quanto il crollo dei prezzi avrebbe reso più conveniente tornare ad acquistare greggio dai paesi Opec. È quanto riferiscono fonti industriali all'agenzia Reuters. Se è quindi vero, come sostengono molti analisti, che il cartello dei Paesi produttori abbia deciso di mantenere la produzione invariata e lasciare che le quotazioni calassero ancora per frenare il boom degli idrocarburi in Usa, la strategia sembrerebbe già aver raggiunto dei risultati, considerando inoltre la brusca frenata (-15%) delle nuove licenze per la trivellazione di pozzi shale certificata ieri da DrillingInfo.

Gli Usa avevano iniziato a esportare greggio verso l'Asia, ponendo fine a un blocco durato quarant'anni, lo scorso agosto. A ottobre i volumi venduti erano già raddoppiati, salendo a 600 mila barili. La battuta d'arresto sarebbe, però, già arrivata, tanto che il cargo con destinazione Singapore appena acquistato da Royal Dutch Shell sarebbe, secondo fonti industriali, l'ultimo diretto dagli Usa all'Oriente almeno per i prossimi due mesi. La società di trading Vitol avrebbe invece addirittura dirottato verso una raffineria svizzera una partita di «condensate» inizialmente destinata ai clienti asiatici. Come se non bastasse, le tariffe per l'approdo in Asia delle navi cargo provenienti dall'America sono di recente aumentate del 50%, rendendo ancora meno conveniente per i produttori Usa vendere idrocarburi sui mercati del Medio Oriente.

«C'è un tale eccesso di offerta che i greggi del Medio Oriente sono ormai scambiati a prezzo di sconto e non è più economico far arrivare il petrolio dagli Usa», spiega Tushar Tarun Bansal della società di consulenza di Singapore Fge. Più ottimista Morgan Stanley, che in una nota di ricerca afferma che «prezzi più bassi non faranno che spingere i produttori e le compagnie di servizi statunitensi a innovarsi ancora più velocemente, abbassando i costi di produzione».

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