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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2014 alle ore 10:40.
L'ultima modifica è del 03 dicembre 2014 alle ore 10:48.

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Il Primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu (Afp)Il Primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu (Afp)

Le elezioni legislative in Israele si terranno il prossimo 17 marzo: lo ha deciso oggi il Parlamento locale, dopo la crisi di governo voluta dal primo ministro Benjamin Netanyahu.
«A seguito delle consultazioni tra i partiti, è stato deciso di organizzare le elezioni il 17 marzo», ha affermato il portavoce della Knesset, Eran Sidis, precisando che questa data sarà riportata nel progetto di legge sulla dissoluzione del Parlamento il cui esame prenderà il via oggi.

Alle consultazioni si arriva dopo la crisi di governo scaturita dalla decisione del premier Benjamin Netanyahu di esautorare due ministri centristi, il ministro delle Finanze Yair Lapid e il ministro della Giustizia Tzipi Livni.

La legislazione israeliana prevede che il Parlamento può continuare a votare le leggi anche dopo l'adozione del testo per la sua dissoluzione. Ma il controverso progetto di legge sostenuto da Netanyahu per definire Israele come «Stato del popolo ebraico» - uno dei principali motivi di dissenso fra il premier e Lapid - non ha più alcuna chance di essere approvato prima delle prossime, in considerazione che i centristi espulsi dal governo sono tutti contrari al testo.
Secondo gli ultimi sondaggi, il Likud, partito di Netanyahu, è accreditato di 22/24 seggi contro i 18 attualmente detenuti in Parlamento, su un totale di 120.

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