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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2014 alle ore 06:37.
L'ultima modifica è del 03 dicembre 2014 alle ore 06:48.

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Putin è stato chiaro.
Il presidente russo ha detto che non ha senso costruire il tetto di una casa se non ha il permesso di realizzare la base. A oggi manca il benestare per allacciare la parte bulgara. Bruxelles ha confermato l'incontro del 9 dicembre sul gasdotto, vedremo come andrà il negoziato. Per ora non abbiamo ricevuto alcuna indicazione. Deve esserci una comunicazione formale, poi scatterà la lettura delle clausole contrattuali.
Anche il crollo del prezzo del greggio non sembra arrestarsi. Quanto pesa per Saipem?
Finora non ha impattato su di noi, ma certo sta provocando un irrigidimento delle posizioni tra i nostri clienti. Ci sono meno soldi e quindi meno disponibilità a darteli. La perforazione è il primo segmento a risentirne. I nostri competitor stanno già scontando l'impatto sia in termini di perdita di valore dei titoli azionari che nella revisione al ribasso delle loro stime 2015. È chiaro quindi che non potremo avere una dinamica diversa dagli altri. Quanto all'ingegneria e costruzioni, finora abbiamo preso tanti lavori che ci mettono parzialmente al riparo da una dinamica ribassista del prezzo del greggio, ma è facile immaginare che ne risentiremo anche noi.
Tutto ciò influenzerà i target 2015, a partire dal debito?
Sul debito di fine anno incidono tanti aspetti, dall'assunzione dei lavori alla capacità di incassare quelli già svolti ed è chiaro che, se si irrigidiscono le posizioni, un qualche riverbero va messo in conto. Noi dobbiamo lavorare alla guidance del 2015 che doveva essere l'anno del consolidamento e, invece, sarà ancora di transizione con un prolungamento dei tempi di recupero sia sulla redditività che sul debito. Ad ogni modo, abbiamo le spalle sufficientemente forti per fronteggiare il futuro se la dinamica di bassi prezzi del petrolio continuerà.
Si è parlato in queste settimane dei piani di cessione di Eni e di varie ipotesi per deconsolidare il vostro debito in vista dell'annunciato divorzio. A che punto siamo?
La vendita è in capo a Eni e noi non abbiamo visibilità né sui tempi né su come saremo deconsolidati. Abbiamo dato un mandato a Lazard per individuare il modo migliore di presentarci al mercato finanziario. Al momento, però, non ci sono allo studio modalità particolari e quindi non escludiamo alcuna strada.
Sono circolati vari nomi, da Rosneft ai cinesi. C'è un identikit ideale del potenziale interessato?
Tutti sono benvenuti perché chi decide di investire nella nostra società lo fa nell'interesse proprio e del business in cui investe. Noi, però, non conosciamo i contenuti del percorso. Li prendiamo tutti come rumors.
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