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Questo articolo è stato pubblicato il 04 dicembre 2014 alle ore 10:34.
L'ultima modifica è del 04 dicembre 2014 alle ore 20:51.

Tutto, in questo difficile anno, riporta all'Ucraina, la cui sovranità – dice Putin – verrà sempre rispettata dalla Russia, così come quella «di tutte le repubbliche sorelle dell'ex Urss. Nulla è cambiato nella nostra posizione». Che sostiene il diritto sovrano a scegliere il proprio modello di sviluppo, la scelta degli alleati, la forma di organizzazione politica, economica, di sicurezza. Putin ricorda l'«enorme contributo» delle banche russe all'economia ucraina, investimenti per 25 miliardi di dollari e 3 miliardi di crediti concessi nel 2013 (ancora in epoca Yanukovich) dal ministero delle Finanze. «Non bisogna politicizzare – sentenzia Putin – ma offrire aiuto all'economia ucraina per le riforme, anche se i colleghi occidentali non si affrettano a farlo».
Le sanzioni
Putin dice la sua sulle sanzioni, eredità della crisi ucraina. Sono dannose per tutti, ricorda, anche per chi le impone. Per la Russia però Putin vuole che si trasformino in opportunità, «enorme stimolo per accelerare lo sviluppo» perché la Russia «deve ridurre significativamente la dipendenza dalle tecnologie straniere» pur rimanendo «aperta al mondo e all'attrazione di investimenti dall'estero, per progetti congiunti». Putin dà ordine di realizzare un programma di sostituzione dell'import, di aumentare gli ordini delle grandi compagnie di Stato alle piccole e medie imprese. Le realizzazioni delle imprese russe devono diventare «simbolo di orgoglio nazionale». L'elenco – non nuovo - dei buoni propositi per aiutare l'economia nazionale comprende agevolazioni fiscali per le piccole imprese, allentamento della burocrazia e dei controlli che le soffocano. Raddoppio del numero di strade, sviluppo delle “monogorod”, le città cresciute attorno a un'unica industria, attenzione alle scuole e alla sfera sociale.
Gli Stati Uniti
Dal Salone di San Giorgio Putin parla agli Stati Uniti e all'Europa, ancora una volta li chiama «amici» ma ricorda che gli Usa seguitano a voler influenzare – direttamente o da dietro le quinte – le relazioni tra la Russia e i suoi vicini. Ricorda di poter contare su altri «amici e partner strategici nel mondo». La Russia, assicura Putin, non intende ribaltare le relazioni con l'Occidente, né «farsi trascinare in una costosa corsa agli armamenti», ma il presidente russo chiarisce che non gli mancano i mezzi per garantire la sicurezza del Paese. E ribadisce il suo punto di vista su una delle cause principali del gelo tra Mosca e Washington, lo scudo anti-missile che gli Stati Uniti vogliono in Europa e che il Cremlino considera una minaccia alla Russia e agli altri Paesi, «anche per gli stessi Stati Uniti». Dopo poco più di un'ora, il discorso di Putin termina. Lo inquadrano impassibile, anche mentre ascolta il meraviglioso inno russo.
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