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Questo articolo è stato pubblicato il 08 dicembre 2014 alle ore 17:30.
L'ultima modifica è del 09 dicembre 2014 alle ore 10:17.

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«Nessuna richiesta di misure aggiuntive: legge di stabilità 2015 attuata in modo efficace rilancerà economia italiana». Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan saluta con un tweet rassicurante il termine dell’Eurogruppo: «Anche Eurogruppo apprezza agenda riforme dell’Italia. Effetti sulla nostra economia dipendono da implementazione efficace e tempestiva». Poco prima, nel pomeriggio, il suo portavoce Roberto Basso lo aveva anticipato: «Dalla dichiarazione dell’Eurogruppo non emerge alcuna richiesta di una manovra aggiuntiva. L’Eurogruppo riconosce l’importanza dello sforzo italiano sulle riforme». L’accordo sul sul bilancio Ue 2014 e 2015 è insomma molto vicino: il round odierno di negoziati tra Parlamento, Consiglio e Commissione europei è andato bene, ma perc l’ok definitivo si dovrà aspettare la riunione degli ambasciatori dei 28 in programma per domattina.

Padoan: passo avanti, ora ultimare il lavoro
«Oggi - ha detto il ministro uscendo dal vertice a Bruxelles - abbiamo fatto un importante passo avanti per risolvere i temi ancora in sospeso per il bilancio della Ue del 2014 e del 2015. Ora dobbiamo ultimare il lavoro e raggiungere un risultato soddisfacente per tutti».

Berlino deve fare più investimenti
Padoan aveva d’altronde affidato al tedesco Die Welt il suo messaggio ai partner europei. Nell’intervista il ministro si dice «preoccupato» ogni volta che in Europa «si esagera con le critiche reciproche: non è l’approccio giusto. Siamo tutti nella stessa barca - sostiene - e dovremmo lavorare tutti per lo stesso obiettivo». Stop alle accuse, dunque, anche in Italia, che se la prende con l’eccessivo rigore tedesco. Però Padoan non rinuncia a ricordare che la Germania, come ha osservato anche la Commissione, ha un surplus commerciale troppo alto e «ha bisogno soprattutto di una cosa: più investimenti» che sarebbero utili «alla stessa Germania ma anche all’intera Eurozona». «Tutti - riconosce il ministro - in Europa avrebbero vantaggi da un aumento della domanda interna. Siamo sull’orlo di una deflazione».

La parola d’ordine in Europa sia “integrazione”
La crescita - riforme strutturali e investimenti - è una strada obbligata, perché «l’austerità da sola non ci porta da nessuna parte». Secondo il ministro «per l’Europa non c’è un piano B. La strategia giusta è fare progredire l’integrazione: abbiamo una unione valutaria, abbiamo un’unione bancaria, abbiamo certamente bisogno di un’unione del mercato di capitali e forse addirittura di un’unione fiscale». «Il contrario di integrazione - conclude - è disintegrazione».

Determinati sulle riforme
Quanto all’Italia, Padoan ribadisce la determinazione del Governo ad attuare il piano di riforme avviato e afferma di non condividere le riserve di Standard and Poor’s. «Non commentiamo in genere i giudizi delle agenzie di rating, che siano positivi o negativi», dice. «In questo caso io lo intendo così: il nostro piano di riforme viene giudicato positivamente, mentre restano certe riserve su quanto velocemente possano arrivare i risultati». Ma «noi siamo molto determinati a mettere in pratica il nostro programma come l’approvazione della riforma del lavoro ha chiaramente dimostrato, quindi non condividiamo riserve del genere».

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