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Questo articolo è stato pubblicato il 08 dicembre 2014 alle ore 10:08.
L'ultima modifica è del 09 dicembre 2014 alle ore 09:54.

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BRUXELLES - L'Eurogruppo si è allineato alla Commissione europea oggi nel valutare i bilanci previsionali per il 2015. A proposito dell'Italia, i ministri delle Finanze hanno preso atto delle diverse stime di deficit tra Roma e Bruxelles, limitandosi a notare che «misure efficaci» potrebbero essere necessarie per raggiungere gli obiettivi di finanza pubblica per l'anno prossimo. Commissione ed Eurogruppo torneranno a parlare della situazione delle finanze pubbliche in marzo dell'anno prossimo.

«Notiamo – si legge in un comunicato - che secondo la più recente analisi della Commissione, lo sforzo strutturale italiano nel 2015 è pari allo 0,1% del prodotto interno lordo, rispetto allo 0,5% previsto dal Patto di Stabilità. Su questa base, misure efficaci (effective measures, in inglese) potrebbero essere necessarie per migliorare lo sforzo strutturale». Nella dichiarazione, i ministri delle Finanze mettono l'accento sugli impegni dell'Italia, sia in termini di finanza pubblica sia in termini di riforme economiche.
Da notare che la dichiarazione parla di misure efficaci, non di misure addizionali, e non chiede quindi nuovi ed espliciti sforzi di finanza pubblica al governo Renzi.

Giudizio più severo sulla Francia
Il caso francese è diverso. Dopo aver preso atto della differenza di sforzo strutturale tra quanto proposto da Parigi e quanto previsto dalle regole, la dichiarazione precisa: «Su questa base, misure addizionali (additional measures, in inglese) potrebbero essere necessarie per migliorare lo sforzo strutturale».
Al netto dell'uso simile del condizionale, l'Eurogruppo si è dimostrato più assertivo nei confronti della Francia che dell'Italia nel valutare il bilancio previsionale e il ritardo rispetto a quanto richiesto dal Patto di Stabilità. Il governo francese ha un deficit sopra al 3,0% del Pil dal 2009, ed è considerato da molti Paesi membri in grave ritardo nell'affrontare i nodi della sua economica. L'Italia invece registra (per ora) un disavanzo inferiore al 3,0% del Pil.

«Dalle indicazioni emerse dall'Eurogruppo non emerge alcuna richiesta di una manovra aggiuntiva da parte dell'Italia», ha commentato qui a Bruxelles il portavoce del Tesoro, Roberto Basso. Le conclusioni dell'Eurogruppo «confermano il riconoscimento dello sforzo che l'Italia sta compiendo sul fronte delle riforme strutturali. È uno stimolo ad adottare rapidamente l'agenda delle riforme. In questa prospettiva, la Commissione ha un ampio ventaglio di opzioni in vista della valutazione che esprimerà in marzo».

Appuntamento a marzo
Molti Paesi sono particolarmente insoddisfatti dell'atteggiamento francese, mentre tendono a mostrare comprensione per gli sforzi italiani. Interrogato su cosa succederebbe in marzo se l'Italia non riuscisse a migliorare lo sforzo strutturale, il commissario agli affari monetari Pierre Moscovi non ha parlato di automatica procedura contro il governo Renzi, sottolineando la necessità di rispettare le regole ma difendendo l'idea di un dialogo tra Roma e Bruxelles.
Alla stessa domanda, Dijsselbloem ha precisato: «C'è un buco tra quanto proposto e quanto offerto. La differenza tra 0,1 e 0,5% del Pil è pari a 0,4%. Questo può essere chiuso con nuove misure o con misure più efficaci tra quelle già prese o con un accordo sulle cose da fare». Nei fatti, l'Eurogruppo si è allineato alla Commissione. Della situazione si riparlerà in marzo, quando Bruxelles valuterà il caso italiano (e francese) alla luce del bilancio 2014, della Finanziaria 2015 e degli sforzi di modernizzazione dell'economia.

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