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Questo articolo è stato pubblicato il 08 dicembre 2014 alle ore 09:04.
L'ultima modifica è del 08 dicembre 2014 alle ore 21:08.

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Gianni Alemanno (Imagoeconomica)Gianni Alemanno (Imagoeconomica)

Valigette piene di contanti trasportate in Argentina dal sindaco Gianni Alemanno. Denaro portato all'estero evitando i controlli all'aeroporto. Ne parlano gli arrestati dell'inchiesta «Mafia capitale» in una conversazione intercettata e i controlli dei carabinieri del Ros si concentrano su una vacanza di qualche anno fa. Il percorso dei soldi porta in Sudamerica, ma anche a una fiduciaria di Lugano dove gli «spalloni» dell'organizzazione - capeggiata dall'ex estremista dei Nar Massimo Carminati e dall'imprenditore Salvatore Buzzi - avrebbero trasferito i soldi delle tangenti versate ai politici.

Odevaine: per Alemanno nessun controllo grazie a varco riservato
Alemanno non nega di essere stato, tre anni fa, in Argentina con la famiglia; al contrario ammette tranquillamente di aver trascorso in Patagonia il Capodanno del 2011 con moglie, figlio e un gruppo di amici. Ma nega del tutto e in maniera categorica di aver mai trasferito denaro all'estero. In un’intervista al Tempo l'ex sindaco di Roma chiarisce la propria posizione in merito alle intercettazioni ambientali che riportano una conversazione tra Luca Odevaine, Sandro Coltellacci e Mario Schino. In quella intercettazione, datata 31 gennaio del 2014, Luca Odevaine racconta di «quattro viaggi» che sarebbero stati effettuati da Gianni Alemanno insieme con il figlio in Argentina «con valigie piene di soldi». Viaggi che sarebbero serviti per trasferire all'estero, all'altro capo del mondo, ingenti somme di denaro. Non solo: sempre secondo Odevaine, la Polizia di frontiera gli avrebbe rivelato che Alemanno avrebbe evitato i controlli grazie al passaggio attraverso un varco riservato.

La Procura: nessun riscontro per trasferimenti di Alemanno in Argentina
Oggi, con riferimento ai contenuti delle intercettazioni di Luca Odevaine, arrestato nell'ambito dell'inchiesta Mafia Capitale, fonti della Procura capitolina escludono «riscontri di trasferimenti di soldi da parte di Gianni Alemanno all'estero». Sulla scia delle precisazioni trapelate dalla Procura, l’ex sindaco Alemanno si affida ad una nota stampa per ribadire come la notizia dei suoi viaggi in Argentina sia «totalmente e manifestamente infondata». «L'idea che io e mio figlio, allora minorenne, viaggiassimo dall'altra parte del mondo per portare soldi non solo può apparire folle a qualsiasi giudizio equilibrato ma - sottolinea Alemanno - è facilmente riscontrabile attraverso i nostri passaporti». Io, conclude,«non solo non ho mai portato un euro fuori dalle frontiere ma ho dovuto come più volte spiegato, vendere una casa e - spiega - accendere un mutuo per pagare i debiti della mia campagna elettorale. Anche questo è facilmente riscontrabile sulle carte».

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