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Questo articolo è stato pubblicato il 09 dicembre 2014 alle ore 07:37.
L'ultima modifica è del 09 dicembre 2014 alle ore 10:20.

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L'inchiesta della Procura di Roma romana su “Mafia Capitale” apre nuovi scenari di riciclaggio internazionale compiuti dal sodalizio mafioso capeggiato da Carminati. Gli investigatori hanno individuato una società lussemburghese riconducibile a una delle teste di ponte dell'organizzazione. Ma secondo le carte le operazioni di “spallonaggio” si sarebbero estese anche alla Svizzera e a San Marino dove denaro sarebbe transitato per poi arrivare in Liechtenstein e alle Cayman.

Fabrizio Franco Testa, per la Procura di Roma, è la testa di ponte della presunta organizzazione mafiosa nel settore politico e istituzionale. Sarebbe lui, per Mafia Capitale a coordinare le attività corruttive e a occuparsi della nomina di persone gradite all'organizzazione in posti chiave della pubblica amministrazione. Sarà anche questo il suo ruolo, secondo la ricostruzione di investigatori e inquirenti, ma non disdegna di operare all'estero per poi riportare i soldi in Italia. In una nota spedita il 18 febbraio 2013 dal Ros di Roma alla Procura nell'ambito del procedimento Catena del 2010 (che ipotizza una filiera criminale particolarmente attiva nel riciclaggio di denaro e beni a Roma e nel Lazio) e fatta confluire agli atti dell'operazione “Mondo di mezzo”, gli investigatori individuano una società lussemburghese, Zenith rail sa e una italiana, la Zenith srl (che ne eredita i contratti e che svolge attività di locazione immobiliare) entrambi riconducibili a Testa (nella seconda, su un capitale sociale di 40mila euro detiene quote per 30.600 euro).

Per gli investigatori che la società anonima lussemburghese sia di Testa non ci sono dubbi anche sulla base delle intercettazioni («…certo! La società è mia… quelli ti danno il mio nome perché chiaramente l'ho scudata…») così come non ci sono dubbi che Zenith srl è stata creata per far rientrare capitali dal Lussemburgo («io speravo di fare il passaggio e di fare l'aumento di capitale dei soci no… così puoi fare l'aumento di capitale cioè, scusami, un finanziamento soci…». Qui si conclude la nota del Ros che, scrive testualmente «ritiene indispensabile approfondire le attività di indagine di carattere bancario e/o finanziario, tese a verificare l'esistenza di ipotesi di reato di riciclaggio o reimpiego di proventi di attività illecite».

Il 12 marzo 2012 il Ros dei Carabinieri stende una nota da inviare alla Procura nella quale scrive che Massimo Carminati, il capo della presunta associazione mafiosa, ha il pallino fisso per gli investimenti. A Roma, in Italia e all'estero. Tra le conversazioni intercettate e trascritte in sunto, una, risalente a poche settimane prima, viene coperta da “alias” sia per il chiamante che per il ricevente. In quella telefonata però, registrata nell'ambito del procedimento “Catena” che sfocerà poi per gran parte nell'operazione “Mondo di mezzo”, si parla dell'acquisto di 30 ettari di terreno in Bulgaria, un affare definito «conveniente». Ma le operazioni finanziarie con l'estero non si limitavano certo al Granducato , e varie avrebbero fatto ricorso allo “spallonaggio”, coinvolgendo anche Svizzera e San Marino, per poi finire in Liechtenstein o Cayman. «Insomma – assicura il collaboratore di giustizia che ha dato il via libera all'inchiesta Mafia Capitale, Roberto Grilli – per prenderli e metterli in degli istituti di credito».

Ieri, tra l'altro, è stata ridimensionata l'ipotesi secondo cui l'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, avrebbe trasferito fondi in Argentina. La procura ha smentito le ipotesi giornalistiche - «Non ci sono riscontri» ha reso noto piazzale Clodio - e poi lo stesso Alemanno ha aggiunto: «Io avevo messo in guardia i miei collaboratori su Massimo Carminati, mi hanno giurato che non avevano a che fare con lui. Ma gli “infedeli” esistono, mi hanno tradito».
L'incartamento giudiziario della Procura, comunque, apre nuovi scenari di riciclaggio internazionale compiuti dal sodalizio mafioso capeggiato da Carminati. E non è un caso che lo “spallonaggio” fosse una pratica ben organizzata e rodata. Perché stando agli atti investigativi del Ros Lazio, il business legato all'immigrazione avrebbe fruttato svariati milioni di euro grazie a Luca Odevaine, funzionario pubblico che sedeva al Tavolo tecnico.

«Il Grilli - si legge negli atti - riferiva, infatti, di aver esposto al Carminati la propria disponibilità economica e la contestuale necessità di occultare il denaro provento delle proprie attività illecite all'estero; questi – in occasione di un incontro verificatosi alla presenza di Marco Iannilli (già coinvolto nelle inchieste Finmeccanica, ndr) - gli aveva consigliato di rivolgersi a quest'ultimo il quale aveva spiegato al Grilli di essere in contatto con un soggetto che avrebbe trasportato fisicamente il denaro contante – con una retribuzione pari al 4% dell'importo totale trasportato - in Svizzera o a San Marino, dove il denaro, tramite istituti di credito del luogo, sarebbe poi stato spostato in Lichtenstein o Cayman». «Io in seguito - racconta in particolare Grilli- rividi Iannilli, appunto, chiacchierare con Carminati proprio perché mi interessava sapere come poter muovere i soldi all'Estero, cioè come poter… dei soldi ovviamente… soldi provenienti da attività criminose non è che li posso prendere e mettere sul conto (...omissis...) praticamente Carminati stesso mi disse che Iannilli era uno molto a posto, molto molto quadrato, una persona estremamente intelligente, Iannilli mi spiegò che pagando un 4-5% al trasportatore potevano prendere dei soldi cash a Roma sotto… garantiti appunto da lui e comunque dalle sue amicizie serie, il 4-5% di questa somma, chiaramente dai 100mila euro in su, non si parlava di bruscolini e portarla o a San Marino o in Svizzera da cui poi avrebbero portato i soldi in Liechtenstein o Cayman».

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