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Questo articolo è stato pubblicato il 10 dicembre 2014 alle ore 06:37.

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que viva Cuba! Evviva Cuba che in Italia, per chi viene da sinistra, forse è ancora la patria della rivoluzione sociale ed economica castrista.

Cuba, Costa Rica, Honduras e Venezuela figurano negli atti depositati dalla procura di Roma nell’ambito dell’indagine “Mondo di mezzo” per il ruolo di Luca Odevaine, presidente della Fondazione Integra/Azione e di due cooperative satellite per la Dda a lui riconducibili. In una serie di informative alla procura di Roma che si susseguono fino all’estate di quest’anno, il Ros di Roma ricostruisce la gestione degli interessi delle due coop, della Fondazione e, soprattutto, la movimentazione dei capitali ad essa riconducibile.

Secondo la ricostruzione del Reparto operativo speciale dei Carabinieri, in una nota firmata il 17 aprile 2014, è lo stesso Odevaine, intercettato, che illustra al suo interlocutore «le diverse soluzioni da attuare al fine di poter acquisire, senza lasciarne traccia, il denaro frutto dei compensi operativi con i diversi partners con i quali operava nell’ambito della gestione dell’emergenza migratoria sull’intero territorio nazionale».

Odevaine, pubblico ufficiale, che nell’ipotesi della procura (si leggano pagina 1.030 e seguenti dell’ordinanza di custodia cautelare) si sarebbe «curvato nell’interesse di soggetti economici riconducibili a Buzzi», vale a dire il presunto braccio destro del capo Massimo Carminati, ha una passione per Cuba.

Qui L’Avana

È il 3 aprile 2014 quando affronta la questione con Mario Schina (anch’egli indagato) il cui ruolo secondo la Procura, nelle corruzioni contestate, è duplice: è l’uomo di fiducia di Odevaine, attraverso il quale costui cura i suoi interessi illeciti soprattutto quando è assente dall’Italia; è l’uomo di collegamento tra il gruppo di Buzzi e lo stesso Odevaine. Per questa attività di stabile intermediazione corruttiva, secondo le ricostruzioni della Dda di Roma percepisce, da almeno un triennio, una remunerazione di 1.500 euro al mese. È Schina a chiedere a Odevaine se avesse notizie su Cuba, ma la risposta è no, perché, secondo la sintesi del Ros, «era sempre bloccato in Venezuela in attesa di poter fare la carta d’identità. La situazione sembrava si fosse calmata e invece c’erano sempre disordini ed in alcuni casi vi erano state delle vittime».

Alle 12.53 del 3 giugno, annota il Ros nell’informativa spedita alla Procura il 18 giugno, è Schina che chiama la moglie per informarla che Odevaine per alcuni giorni sarebbe stato a Cuba. La moglie, incuriosita, gli chiede il perché di quel viaggio e Schina risponde che doveva vedere «quella cosa lì» e probabilmente, annotano sempre i Ros, «per qualche affare andato a buon fine».

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