Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 10 dicembre 2014 alle ore 18:28.

My24
Proteste a Parigi contro la nuova legge Macron (Ap)Proteste a Parigi contro la nuova legge Macron (Ap)

PARIGI - La Francia prova a cambiare. A realizzare alcune delle riforme strutturali di cui il Paese ha urgente bisogno e che Bruxelles sollecita. E' questo il senso del progetto di legge “per la crescita e l'attività” messo a punto dal ministro dell'Economia Emmanuel Macron e varato ieri dal Governo. L'obiettivo di una lunga serie di misure è sostanzialmente quello di contribuire a liberalizzare l'economia francese. E forse anche la società, tra le più conservatrici e corporative.
Tre sono i provvedimenti più rilevanti ed emblematici del progetto di legge, che andrà in aula a fine gennaio.

Apertura domenicale dei negozi
Il primo, certo il più discusso, è quello relativo all'ampliamento dell'apertura domenicale e serale dei negozi. Oggi rimane un'eccezione, anche se coinvolge – regolarmente od occasionalmente – il 30% dei lavoratori francesi. Le deroghe alla regola del riposo domenicale sono due: la possibilità per i sindaci di autorizzare al massimo cinque domeniche di apertura all'anno; l'eccezione prevista per le cosiddette zone turistiche (640) nei periodi di maggiore attività e per le zone a “consumo particolare”, sostanzialmente i grandi centri commerciali periurbani (31 in tutto il Paese). A Parigi, tanto per fare un esempio concreto, ci sono sette zone turistiche dov'è possibile aprire la domenica. Nella lista non c'è però l'area commerciale dei grandi Boulevard (dove ci sono Galeries Lafayette e Printemps). Con il risultato che ormai da tempo le agenzie turistiche propongono pacchetti settimanali che prevedono il trasferimento domenicale a Londra per lo shopping. I sindacati hanno peraltro avviato un'offensiva contro il lavoro serale, che ha costretto negozi come Séphora sugli Champs Elysées a chiudere alle 21.
Il progetto di legge prevede di portare a 12 il numero di permessi domenicali di cui dispongono i sindaci (cinque dei quali “obbligatori”) e la creazione di “zone turistiche internazionali” (soprattutto alcune aree della capitale e alcune grandi stazioni ferroviarie) dove sarà possibile aprire la domenica e la sera. In cambio viene imposta un'indennità (oggi non obbligatoria) per chi deciderà, volontariamente, di lavorare la domenica o la sera.

I trasporti
La seconda misura di particolare importanza è quella relativa al trasporto passeggeri extraurbano su gomma, cioè i pullman. Oggi questo settore è in mano agli enti locali e le limitazioni previste per i privati sono tali da renderlo ininteressante. Basti dire che non è possibile collegare due località nazionali se non all'interno di una linea internazionale con fermate intermedie. Ma queste fermate non possono essere più di una per regione, il pullman non può avere più del 50% dei passeggeri che scendono a una fermata intermedia e la società che gestisce i collegamenti non può realizzare più del 50% del proprio fatturato con i collegamenti regionali/nazionali. Il risultato è che questo sistema di trasporto viene oggi utilizzato solo da 110mila persone e rappresenta lo 0,0005% del totale dei viaggi su distanze nazionali lunghe. Va segnalato che in Gran Bretagna, dove questo settore è stato liberalizzato nel 1985, i passeggeri trasportati sono 30 milioni (il 4% del totale) e in Germania, a un anno dalla liberalizzazione, l'aumento del numero di passeggeri è stato del 180% (8,3 milioni di persone). Il provvedimento prevede l'apertura pressoché totale del settore ed è l'unico caso in cui il progetto di legge immagina le possibili ricadute: un risparmio pari a 800 milioni all'anno per gli utenti e la creazione di 10mila posti di lavoro.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi