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Questo articolo è stato pubblicato il 11 dicembre 2014 alle ore 17:59.
L'ultima modifica è del 11 dicembre 2014 alle ore 20:07.

Il premier Matteo Renzi con il primo ministro turco Ahmet Davutoglu (Afp)Il premier Matteo Renzi con il primo ministro turco Ahmet Davutoglu (Afp)

«Il diritto di sciopero è garantito dalla Costituzione e noi lo rispettiamo. Il fatto che io non sia d’accordo sullo sciopero di domani non toglie che la protesta domani si faccia, sia ben organizzata e gestita e, conoscendo le organizzazioni sindacali che lo hanno programmato, nel rispetto delle opinioni diverse, credo che domani filerà tutto liscio». Da Ankara il premier Matteo Renzi, al termine dell’incontro con il primo ministro turco Ahmet Davutoglu e alla vigilia dello sciopero generale proclamato da Cgil e Uil, è intervenuto anche sulle questioni italiane, dopo le scintille tra la leader della Cgil Susanna Camusso e il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi per la precettazione dei ferrovieri.

«Spero che le polemiche tra Lupi e Camusso si risolvano»
Per il premier «è legittimo che ci possano essere manifestazioni e scioperi». Quello generale - ha aggiunto - «è una forma di alta protesta alla quale dobbiamo avvicinarci con profondo rispetto: non la pensiamo come loro, cambieremo il Paese anche per loro, ma garantiamo la massima collaborazione istituzionale e mi auguro che si risolvano in poche ore le polemiche tra Lupi e Camusso».

La legislatura? «Per me finisce nel 2018»
A chi gli chiedeva se fosse nell’aria il voto anticipato, Renzi ha tagliato corto: «Per quello che mi riguarda la legislatura finisce a febbraio del 2018». Ma alla minoranza del partito il segretario del Pd ha lanciato un avvertimento in piena regola, dopo che ieri il Governo è stato “battuto” in commissione Affari costituzionali durante l’esame del ddl Boschi di riforma del Senato: «Recupereremo in aula, perché non è possibile fare soluzioni pasticciate e perché questo voto è stato definito un segnale politico da alcuni che lo hanno espresso. Di segnali politici il Pd parlerà in modo molto chiaro domenica. La riforma costituzionale andrà in aula a gennaio come previsto».

Sulla crescita tutti, o quasi tutti, d’accordo
«Auguro buon lavoro alla Turchia per il G20», ha detto Renzi, senza rinunciare a una frecciata: «È molto importante visto che in Australia si è insistito sulla crescita. La crescita è un fattore su cui tutti, o meglio, quasi tutti, insistono». «Domani a Istanbul vedremo aziende che fanno investimenti importanti, vogliamo dare un segnale di forte stimolo agli investitori», ha rilevato il presidente del Consiglio. «Vogliamo creare posti di lavoro, far sì che il Jobs Act non sia solo un insieme di regole ma faccia sì che l’Italia torni ad avere il segno più davanti. Vogliamo toglierci il segno meno davanti e lo faremo».

Emergenza profughi: serve supporto internazionale alla Turchia
Il capo del governo ha poi espresso «gratitudine per il lavoro della Turchia su profughi e rifugiati» e ha auspicato che la Turchia non sia lasciata sola ad affrontare l’emergenza profughi: «Do un numero: da noi c’è un dibattito per il numero molto alto di rifugiati provenienti dal nord Africa, e soprattutto dalla Libia, che sono stati, nell’anno di massima esposizione, quasi 150 mila. Bene, è un tema delicato da affrontare ma pensate che la Turchia ha a che fare con circa 2 milioni di profughi». Per questa ragione è necessaria una risposta, «un importante supporto della comunità internazionale».

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