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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2014 alle ore 07:40.

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Da Roma a Milano la musica non cambia: cambiano i musicisti che suonano uno spartito spesso scritto da un “mondo di sopra”. Da tempo la Procura di Milano sottolinea il ruolo di quello che viene chiamato il “capitale sociale”. Solo per citare tre tra le ultime indagini, Esperanza (settembre 2013), Metastasi (aprile 2014) e Insubria (novembre 2014), ecco che emerge il ruolo di alcune “batterie” senza le quali sarebbe impossibile dare energia alle mafie. Nell’operazione Esperanza, ad esempio, che conferma la presenza di Cosa nostra in Lombardia, il Gip Stefania Donadeo, da pag 499 dell’ordinanza, fa un sommario elenco nel quale figurano commercialisti, funzionari di banca, imprenditori, appartenenti alle Forze dell’ordine e politici.

A dare corpo e dignità a questa evoluzione genetica sarà il capo della Procura di Milano, Edmondo Bruti Liberati con la coordinatrice della Dda Ilda Boccassini. La Commissione parlamentare antimafia in trasferta a Milano, il 6 dicembre 2013 riceverà dalle loro mani una relazione di 17 pagine. «L’analisi delle relazioni esterne del sodalizio mafioso – scrivono il procuratore capo e l’aggiunto – ha condotto all’elaborazione del concetto di capitale sociale mafioso, quel bagaglio di relazioni che il mafioso intrattiene con il mondo politico, imprenditoriale, giudiziario, delle libere professioni».

Il precipitato giuridico del tema delle relazioni esterne è quello del concorso esterno e di condotte in qualche modo “favoreggiatrici” e di contiguità, spesso affrontate dalla Dda di Milano (ma anche Torino, Roma, Reggio Calabria, Palermo) con lo strumento delle misure di prevenzione.

Alla “mafia alta”, oltre a Roma e Milano puntano anche Palermo (processo sulla trattativa Stato-mafia) e Reggio Calabria. Il 6 dicembre a Reggio Calabria sono state depositate le motivazioni del processo Meta (pm Giuseppe Lombardo) che in primo grado ha visto la condanna dei maggiorenti delle cosche De Stefano, Condello, Tegano e Libri. Nel confermare l’unitarietà della ’ndrangheta, il presidente del collegio, Silvana Grasso, per la prima volta riconosce che «rimarrà naturalmente da approfondire la natura degli attuali rapporti tra tale livello superiore e dominante di ’ndrangheta, costituito dalla super associazione operativa sull’intero mandamento di centro, comprensivo del territorio che va da Villa San Giovanni a Pellaro, costituente la parte “visibile” e i soggetti, allo stato rimasti ignoti e per cui si procede separatamente, che operano a livello politico-istituzionale, in comunione e sinergia di intenti». Per loro, per gli “invisibili”, la Procura di Reggio sta procedendo a parte.

.Guardie o ladri

roberto.galullo.blog.ilsole24ore.com

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