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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2014 alle ore 21:00.
L'ultima modifica è del 14 dicembre 2014 alle ore 21:06.
Un sosfisticato sistema di ascolto dei cellulari alle orecchie di chi entra ed esce dai ministeri e uffici politici a Oslo, caccia russi che sorvolano i cieli della Scandinavia a trasponder spento così da non essere intercettati da altri aerei - gioco pericoloso, ieri si è sfiorata a collisione vicino a Malmo. Traffico di sottomarini nel Mar Baltico. Giochi di guerra al freddo fra Russia e Paesi del Nord Europa che malsopportano l’attivismo del vicino russo innervosito e non poco dall’isolamento occidentale come punizione per l’ingenerenza del Cremlino nel conflitto ucraino.
Poco conta che oggi da Mosca un solerte rapporto del ministero della Difesa russo abbia contestato il rapporto dell'esercito svedese secondo cui un caccia russo avrebbe sfiorato uno scontro con un aereo di linea svedese appena decollato da Copenhagen, venerdì scorso.
I cieli scandinavi sono pieni di aerei da guerra, le acque del Baltico ospitano sottomarini stranieri fantasma, persino le cabine telefoniche di grandi città nascondono centri d'ascolto e microspie. L'escalation di una presenza militare russa nell'area che sta diventando, secondo la parole della ministra degli Esteri svedese Margot Wallstrom, «disturbante e pericolosa». Tanto da far ritenere possibile alle autorità svedesi un cambiamento nella strategia di difesa fin qui attuata richiamando alla mobilitazione persino 7.500 riservisti dalla leva 2004. E da far dire ad uno studioso di strategia come Stefan Hedlund, dell'Università di Uppsala, riporta l’Ansa, che «può diventare possibile un ingresso della Svezia nella Nato e il ripristino della leva obbligatoria».
Oggi la stampa norvegese racconta di misteriose microspie piazzate strade di Oslo, venerdì la Norvegia aveva avvertito Mosca che avrebbe esteso alla fine del 2015 il 'raffreddamento' della cooperazione militare a causa del ruolo della Russia nella crisi ucraina e dell'azione destabilizzante giocata da Mosca. Oslo aveva congelato alcuni rapporti col grande vicino già dall'annessione della Crimea - schierandosi con l'Ue nell'adozione di sanzioni pur non essendone membro - e mantenendo quelli classici in materia di guardacoste, sorveglianza dei confini.
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