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Questo articolo è stato pubblicato il 15 dicembre 2014 alle ore 10:49.
L'ultima modifica è del 16 dicembre 2014 alle ore 08:26.

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Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha reso noto che il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, ha nominato la Commissione d'indagine incaricata dell'attività di accesso e accertamento presso il Comune di Roma Capitale. La commissione è composta dal prefetto Marilisa Magno, dal viceprefetto Enza Caporale e dal dr. Massimiliano Bardani, dirigente di II fascia del Ministero dell'Economia e delle Finanze. «Entro tre mesi dalla data di accesso, rinnovabili una sola volta per ulteriori tre mesi, - riferisce una nota del Viminale - la Commissione dovrà portare a termine gli accertamenti e rassegnare al Prefetto le proprie conclusioni. Tra le ipotesi in campo anche lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose.

Maxi truffa alla Marina, falsi rifornimenti
Sul fronte delle indagini nell’ambito dell’inchiesta “Mafia Capitale”, va sottolineata la frode scoperta dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma: undici milioni di litri di gasolio destinati alla Marina Militare trasportati da una nave fantasma, con una frode all’erario che supera i sette milioni di euro. L'operazione “Ghost ship” è stata avviata a seguito degli elementi emersi nei confronti di Massimo Perazza, detto “Massimo il romanista”, nell'ambito dell'operazione “Mondo di mezzo” svolta unitamente al Ros dell'Arma dei Carabinieri. I controlli degli investigatori hanno rilevato contatti del Perazza con Roberto Lacopo, anche presso il distributore di corso Francia riconducibile a Massimo Carminati, considerato dagli inquirenti al vertice dell’organizzazione “Mafia Capitale”. In tutto sono sei le ordinanze di custodia cautelare in carcere disposte dal Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Roma, di cui tre nei confronti di ufficiali e sottufficiali della Marina Militare. In merito alla vicenda definita «Ghost Ship», la Marina militare ha fatto sapere che intende costituirsi parte civile.

Le forniture erano trasportate su una nave fantasma affondata nel 2013
L'associazione criminale specializzata nelle frodi nelle pubbliche forniture aveva organizzato, solo cartolarmente però, la consegna di milioni di litri di prodotto petrolifero presso il deposito della Marina Militare di Augusta (Sr) in Sicilia. Lo stratagemma utilizzato, grazie anche alla complicità di appartenenti alla stessa Marina Militare, consisteva nell'attestare in modo falso il rifornimento dei depositi per mezzo della nave cisterna denominata “Victory I”. Peccato che le indagini delle Fiamme Gialle hanno permesso di accertare come in realtà la nave fosse naufragata nel settembre 2013 nell'Oceano Atlantico, tanto che alcuni componenti dell'equipaggio risultano ancora oggi formalmente dispersi. Grazie ai fittizi trasporti della fantomatica “Victory I”, mai attraccata nel porto di Augusta, è stata attestata falsamente la fornitura di oltre 11 milioni di litri di gasolio navale, del valore complessivo di oltre 7 milioni di euro, pari al danno subito per le casse dell'Erario.

Il carburante veniva fornito documentalmente dalla ditta danese O.W. Supply A/S, riconducibile a Lars P. Bohn, destinatario di ordinanza di custodia cautelare, titolare di un appalto con l'Amministrazione della Difesa, che si avvaleva della collaborazione di due società italiane quali brokers, la Global Chemical Broker Srl di Massimo Perazza e la Abac Petroli di Andrea D'Aloja, entrambi complici del Bohn e anch'essi destinatari di analoga misura restrittiva della libertà personale.

Mario Leto e Sebastiano Distefano, il primo Capitano di Corvetta della Marina Militare, Capo Deposito della Direzione di Commissariato Militare Marittimo di Augusta, e il secondo, 1° Maresciallo della Marina Militare, Capo Reparto Combustibili della medesima Direzione, fungevano presso il porto di Augusta da trait d'union con la pubblica amministrazione militare. Proprio loro, per i quali è stata disposta la custodia cautelare in carcere, si occupavano di tutta la falsa documentazione necessaria alla realizzazione delle forniture fittizie.

L'organizzazione poteva poi contare sull'attiva collaborazione di altri appartenenti alla Marina Miliare, i Marescialli Salvatore De Pasquale e Salvatore Mazzone, quest'ultimo destinatario di custodia cautelare in carcere, che, a vario titolo, attestavano falsamente l'avvenuta consegna del carburante o la sua certificazione, nonché del tecnico chimico Francesco Ippedico, che invece attestava la qualità e le caratteristiche del prodotto mai consegnato. In totale sei le ordinanze di custodia cautelare in carcere - nei confronti di Lars P. Bohn, Massimo Perazza, Andrea D'Aloja, Mario Leto, Sebastiano Distefano e Salvatore Mazzone – nonché perquisizioni locali e domiciliari nei confronti di tutti i dieci indagati. Il Tribunale di Roma, Sezione G.I.P., ha disposto anche il sequestro preventivo per equivalente, fino alla concorrenza del danno per l'Erario di 7.401.248,36 di euro, delle risorse finanziarie e dei beni delle persone fisiche e delle società coinvolte.

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