Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 16 dicembre 2014 alle ore 14:04.
L'ultima modifica è del 16 dicembre 2014 alle ore 22:02.

My24

I primi decreti attuativi del Jobs act saranno approvati dal Cdm prima di Natale. «Li facciamo il 24 dicembre», ha assicurato il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che oggi in serata ha incontrato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, e il sottosegretario Graziano Delrio. Poletti ha già convocato per la mattina di venerdì 19 dicembre, presso la Sala Verde di Palazzo Chigi, una riunione con le organizzazioni sindacali e le associazioni dei datori di lavoro. Oggetto dell’incontro: l’attuazione della legge delega in materia di lavoro recentemente approvata dal Parlamento.

In arrivo dunque il decreto attuativo con la nuova normativa sul contratto a tutele crescenti. L'obiettivo è di agevolare le nuove assunzioni dall’inizio del 2015 con le agevolazioni della legge di stabilità, che destina fino a 8.060 euro l'anno per gli sgravi contributivi dei neoassunti con la nuova tipologia contrattuale (per un triennio), e con l'abbattimento della componente lavoro dalla base imponibile Irap per i contratti a tempo indeterminato.

Tra le questioni ancora aperte, ci sono i costi dell’indennizzo che sostituirà la reintegra nei licenziamenti economici e nella gran parte di quelli disciplinari. Si prevede il pagamento, secondo le bozze, di 1,5 mensilità per ogni anno di lavoro con un tetto di 24 mensilità (ed un minimo di 3 mensilità). Questo in caso si vada in giudizio. Perché l'impresa può anche volontariamente offrire al lavoratore licenziato in modo illegittimo un indennizzo di 1 mese per ogni anno di anzianità con un tetto di 18-24 mensilità, per trovare una soluzione attraverso la conciliazione.

Nei licenziamenti disciplinari resterebbe comunque la possibilità per l’impresa che è stata sanzionata con la reintegra, di pagare in alternativa un risarcimento aggiuntivo rispetto all'indennizzo, il cui valore può arrivare fino a 12 mensilità (in aggiunta al tetto di 24 mensilità dell’indennizzo). Si tratta della clausola di “opting out”, attualmente in vigore in Spagna e Germania, mentre in Italia questa possibilità oggi è concessa solo al lavoratore (se rinuncia alla reintegra può ottenere 15 mensilità di risarcimento).

Sul fronte “tutele crescenti” si sta ragionando su come non aggravare la situazione delle piccole imprese a cui, oggi, non si applica l’articolo 18, e in caso di licenziamento economico illegittimo è previsto il pagamento di un indennizzo che oscilla da 2,5 a 6 mensilità. Altro fronte di discussione è l'importo minimo dell'indennizzo generale che sostituirà, per sempre, il reintegro (si ipotizzano 3 o 6 mensilità).

Nella riunione del Cdm del 24 dicembre il Governo potrebbe varare anche il Dlgs che darà vita alla nuova Aspi (o Naspi-co, per usare l'acronimo dei tecnici); e si sa anche che il nuovo ammortizzatore universale per chi perde il lavoro entrerà in funzione verso giugno prossimo.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi