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1. Le mosse disperate delle Banche centrali / Quando Soros il terribile affondò lira e sterlina (1992)

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(Afp)

E' il 1992. L'Italia, in piena bufera Tangentopoli, si ritrova con un debito pubblico al 105% del Pil (nel 1982 era al 60%), tassi sui titoli di Stato superiori al 12% e la bilancia dei pagamenti sempre più in rosso. I mercati, già nervosi per l'ipotesi di un no danese al Trattato di Maastricht, prendono di mira il nostro Paese, tra i più deboli d'Europa. Le contromisure: il 10 luglio scatta la manovra correttiva da 30mila miliardi, mentre la Banca d'Italia guidata da Carlo Azeglio Ciampi aumenta il tasso di sconto e impiega massicciamente le riserve per difendere la lira. Ma tutto sembra inutile: l'Italia, come ammette lo stesso Ciampi, ha ormai toccato il suo minimo storico di credibilità sui mercati internazionali. L'allarme rosso scatta a fine agosto, quando all'asta dei Bot restano invenduti titoli per 3.300 miliardi. Il 4 settembre, all'apertura del mercato dei cambi, la lira crolla a quota 765,50 contro il marco tedesco, mentre Bankitalia alza il tasso di sconto al 15%. Ma non c'è niente da fare. La grande speculazione internazionale, con George Soros in testa, scommette alla grande contro la lira che il 13 settembre è costretta a uscire dallo SME, svalutando del 20-25%. Stesso destino per la sterlina britannica.

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