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Questo articolo è stato pubblicato il 17 dicembre 2014 alle ore 06:37.

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EMENDAMENTO PD

Sale dal 4 all’8% l’imposta sulla rivalutazione delle partecipazioni non negoziate in mercati regolamentati: 150 milioni alle calamità

roma

Un credito d’imposta per i fondi pensione e le casse di previdenza privatizzate che investiranno in economia reale. Stesso sgravio fiscale in arrivo anche per cancellare la penalizzazione Irap subita da chi non ha autonoma organizzazione. Ritocco minimo sul nuovo regime forfettizzato per le partite Iva e finalizzato sulla soglia di accesso dei professionisti. Sono queste le tre strade che il Governo vorrebbe imboccare per risolvere i nodi rimasti ancora irrisolti sul ddl di stabilità in discussione al Senato. La decisione finale potrebbe arrivare questa notte dopo una nuova riunione di maggioranaza. Nella stessa seduta o al più tardi questa mattina si dovranno sciogliere altri due nodi: la mobilità del personale delle province e le partecipate, come Atac e Ama. Solo dopo si procederà con una vera e propria maratona con il voto e il possibile via libera della Commissione Bilancio del Senato agli 80 emendamenti presentati dal Governo e ai non pochi subemendamenti già depositati: da quello che precisa la portata interpretativa del Fisco sulla tassazione dei beni imbullonati al suolo alla possibile nuova ripartizione dei 500 milioni chiesti al mondo dei giochi e in particolare ai concessionari di Vlt e New Slot.

I tempi per trovare nuove soluzioni sono comunque stretti, visto che il provvedimento è atteso giovedì mattina in aula e, secondo quando riferito da fonti di Palazzo Madama, per puntare a chiudere venerdì mattina, con un nuovo voto di fiducia. Il ddl stabilità, insieme a quello di bilancio, dovranno quindi tornare alla Camera per il via libera definitivo atteso prima di Natale.

Tra gli emendamenti dei gruppi politici che hanno incassato il via libera ieri sera si segnala l’attuazione del programma unico di emersione, assistenza e integrazione sociale delle donne schiave, con uno stanziamento di 8 milioni di euro nel 2015 (emendamento Pd di Valeria Fedeli). Tra quelli che potranno incassarlo a breve spicca l’emendamento del Pd, questa volta a firma di Maria Cecilia Guerra, con cui viene aumentata dal 4 all’8% l’imposta sostitutiva sulla rivalutazione dei valori di acquisto di partecipazioni non negoziate nei mercati regolamentati. I 150 milioni di maggiore gettito saranno destinati in buona parte al fondo per le calamità. Nuove risorse anche per la detassazione dei salari di produttività con il possibile via libera a un emendamento di Maurizio Sacconi (Ncd).

Sui fondi pensione e sulle casse di previdenza, dunque, si torna a quanto inizialmente ipotizzato quando il Governo lavorava alla messa a punto del ddl di stabilità. Come ha spiegato uno dei suoi principali promotori, il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta (Pd), i fondi pensione e le casse di previdenza che destineranno le loro risorse in investimenti nell’economia reale del Paese potranno beneficiare di un credito d’imposta. La maggiore imposta prevista dal Governo ed elevata dall’11,5 al 20% per i fondi pensione e dal 20 al 26% per i fondi delle casse di previdenza verrà restituita sotto forma di credito d’imposta a chi sostiene investimenti, sull’intero mercato europeo, per finanziare interventi mirati come ad esempio sul welfare o alla riqualificazione di immobili (si pensi alla cassa dei medici che potrebbe intervenire per riqualificare strutture sanitarie). Attenzione però: il credito sarà soggetto al cosiddetto “rubinetto”, ovvero sarà spendibile nei limiti di spesa indicati dall’Esecutivo.

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