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Questo articolo è stato pubblicato il 17 dicembre 2014 alle ore 11:54.
L'ultima modifica è del 17 dicembre 2014 alle ore 18:29.

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Approvare la legge elettorale al Senato entro gennaio, prima dell'elezione del nuovo presidente della Repubblica. Sì a una clausola di salvaguardia, che rimandi a una data certa per l'entrata in vigore dell'Italicum. No alla norma transitoria che specifichi l’applicazione del Consultellum o del Mattarellum fino all’entrata in vigore dell’Italicum. Sono i passaggi più rilevanti dell’intervento di Matteo Renzi nel corso dell'assemblea mattutina odierna con i senatori Pd. Il premier ha annunciato inoltre che la riunione del Cdm prevista il 24 dicembre avrà all’ordine del giorno non solo i primi decreti attuativi del Jobs act, come annunciato ieri, ma anche la delega fiscale e il decreto sull'Ilva.

Fi chiede voto riforme dopo elezione capo Stato
Sulle riforme però Forza Italia rilancia. E in conferenza dei capigruppo di Montecitorio, gli azzurri, dando voce ai “desiderata” di Silvio Berlusconi sono tornati a chiedere di approvare le riforme (ddl costituzionale e legge elettorale) solo dopo l'elezione del nuovo Capo dello Stato. A tale richiesta, dalla presidenza è stato fatto però osservare che si affronterà la questione solo quando verrà posta esplicitamente, ovvero quando si avrà la certezza delle avvenute dimissioni del presidente della Repubblica.

Pd: Forza Italia rispetti tempi o avanti soli
Davanti ai dubbi espressi da Fi sui tempi indicati da Renzi per l’ok all’Italicum, non a caso fonti del Pd hanno definito tali tempi «assolutamente stringenti e urgenti». Con un monito: se «Fi o altri hanno intenzione di andare per le lunghe o fare melina, il Pd andrà avanti lo stesso, forte dei numeri e della determinazione riformatrice». E su twitter anche il capogruppo Pd alla Camera, Roberto Speranza, leader della minoranza “dialogante” ha respinto al mittente le richieste azzurre: «Riforme e Presidenza della Repubblica sono su due piani da tenere ben distinti. Nessuno scambio e nessun ricatto può essere accettato».

Renzi: ok Senato prima elezione capo Stato
Renzi dal canto suo aveva ribadito in mattinata ai senatori che l'obiettivo del governo è approvare la legge elettorale in Senato entro gennaio, prima dell'elezione del nuovo presidente della Repubblica. E ha confermato la disponibilità a fissare una data certa per l'entrata in vigore dell'Italicum (probabilmente maggio 2016). Renzi, secondo quanto riferisce il senatore Pd Francesco Russo su Twitter) ha confermato i cardini della riforma: «Abbassamento delle soglie di sbarramento, parità di genere, no all'apparentamento» delle liste. E ancora: «Ballottaggio, no a veto di piccoli partiti, premio di maggioranza, no liste bloccate, regole condivise». Ma il premier ha detto anche no alla norma transitoria che specifichi l’applicazione del Consultellum o del Mattarellum fino all’entrata in vigore dell’Italicum.

Italiacum, circa 18mila emendamenti in Commissione al Senato
Sull’Italicum però si è abbattuta una valanga di emendamenti presentati in commissione Affari costituzionali: sono circa 18mila le proposte di modifica, di cui più di 15 mila presentati dal solo Roberto Calderoli per la Lega, che ieri si è visto bocciare il suo ordine del giorno sulla clausola di salvaguardia per l'uso del Consultellum, qualora si dovesse andare ad elezioni prima dell'abolizione del bicameralismo. Calderoli per ora non sembra intenzionato a ritirare i suoi emendamenti. Se così sarà, l'Italicum è destinato ad arrivare in aula senza mandato al relatore e quindi senza un testo votato dalla commissione Affari costituzionali da cui far partire la discussione. Si dovrebbe ripartire dal provvedimento approvato dalla Camera, con inevitabile allungamento dei tempi. Le possibilità di un accordo sono alquanto ridotte. Anche perché la Lega di Salvini in questa fase punta soprattutto a distinguersi, a marcare il suo ruolo di opposizione.

Renzi: il 24 dicembre in Cdm Jobs act, delega fiscale e Ilva
Il premier ha annunciato infine all’assemblea dei senatori che il 24 dicembre il Consiglio dei ministri avrà all'ordine del giorno la delega fiscale, i decreti attuativi del Jobs act e il decreto sull'Ilva. Il premier, interpellato dai cronisti, non ha escluso che all'odg della riunione possa esserci anche altro.

Nuoovo Senato, dall'8 gennaio votazioni in Aula Camera su ddl
Intanto la conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha stabilito che le votazioni sugli emendamenti al ddl sulle riforme costituzionali inizieranno in Aula alla Camera a partire da giovedì 8 gennaio. Mentre l'Aula della Camera voterà già domani le pregiudiziali di costituzionalità al ddl riforme, presentate da Sel e M5S.

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