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Questo articolo è stato pubblicato il 10 dicembre 2014 alle ore 11:04.
L'ultima modifica è del 10 dicembre 2014 alle ore 18:23.

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Anna Finocchiaro (Ansa)Anna Finocchiaro (Ansa)

Al Senato lavori in corso per l'Italicum. Il termine per proporre ritocchi alla riforma elettorale all'esame in seconda lettura della commissione Affari costituzionali è fissato per le 20 di questa sera (domani per i subemendamenti), ma le modifiche di riferimento, per Pd e Forza Italia, le ha chieste ieri la relatrice dem Anna Finocchiaro. La discussione riprenderà lunedì prossimo, nella speranza di “chiudere” entro Natale. Tra i fronti aperti, anche i tempi di entrata in vigore della riforma dopo la riformulazione di un odg Calderoli e lo stralcio della clausola che prevedeva il ripristino del Consultellum, anche per il Senato, in caso di voto anticipato.

I cardini dell'Italicum 2.0 (così il premier ha definito la traduzione normativa del patto del Nazareno aggiornato dopo l'incontro Renzi-Berlusconi di novembre) sono il premio di maggioranza alla lista sopra il 40% dei voti, i capilista bloccati (su cui la minoranza dem promette battaglia annunciando con Miguel Gotor subemendamenti per eliminarli), e una soglia di sbarramento al 3 per cento.

Premio di maggioranza con il 40% dei voti
La novità principale degli emendamenti depositati ieri dalla relatrice riguarda il premio di maggioranza. Si tratta della quota al massimo di 340 seggi che dovrà essere assegnata alla lista vincitrice, e non più alla coalizione, che abbia conseguito un numero di voti validi almeno al 40% (e non più il 37%, come nel testo approvato alla Camera a marzo) del totale nazionale.

Capilista bloccati e preferenze
Traducendo in norma l'accordo Pd-Fi su capilista bloccati e preferenze, gli emendamenti Finocchiaro prevedono che «ad esclusione del capolista, accanto al nominativo di ciascun candidato» siano riportati «due rettangoli per l'espressione della prima e seconda preferenza».

Alternanza di genere obbligata
Oltre al voto alla lista e quindi anche al capolista, la proposta della relatrice prevede dunque al massimo due preferenze, con l'obbligo dell'alternanza di genere. Ogni elettore infatti «dispone di un voto per la scelta della lista, da esprimere su un'unica scheda recante il contrassegno di ciascuna lista e il nominativo dei relativi candidati. Può altresì esprimere uno o due voti di preferenza» con la seconda che deve però andare a un candidato di sesso diverso da quello della prima. La proposta di modifica stabilisce infatti che «i candidati sono collocati in lista secondo un ordine alternato di genere». «A pena di inammissibilità della lista», nel numero complessivo dei candidati capolista nei collegi di ciascuna circoscrizione non potranno «esservi più del sessanta per cento di candidati dello stesso sesso, con arrotondamento all'unità superiore».

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