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Questo articolo è stato pubblicato il 18 dicembre 2014 alle ore 13:36.
L'ultima modifica è del 05 gennaio 2015 alle ore 19:20.

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Matteo Renzi (LaPresse)Matteo Renzi (LaPresse)

Il governo prova a spegnere sul nascere il fuoco delle polemiche per l'ipotesi di una norma “pro Berlusconi” contenuta nello schema di dlgs sui reati tributari. Il premier, riferiscono fonti di Palazzo Chigi, «ha chiesto questa mattina agli uffici di non procedere - per il momento - alla formale trasmissione alla Camera» del testo approvato in Cdm. La bozza del dlgs sui rapporti tra fisco e contribuente, «tornerà prima in Consiglio dei ministri, poi alle commissioni parlamentari, quindi di nuovo in Consiglio per l'approvazione definitiva entro i termini stabiliti dal Parlamento e cioè entro marzo 2015». Il premier conferma al Tg5: «Rimanderemo in Parlamento questa norma soltanto dopo l'elezione del Quirinale e dopo che Berlusconi avrà completato il suo periodo a Cesano Boscone», dimostrando così che «non c'è nessun inciucio strano».

Se qualcuno pensa che ci sia uno scambio «noi ci fermiamo»
Ai microfoni del Tg Mediaset Renzi ha ricordato che «tutte le volte che si parla di fisco è naturale intrecciarsi con uno dei tanti processi a Berlusconi, ma noi non facciamo norme né ad personam né contra personam». Detto questo, «non c'è problema: se qualcuno immagina che in questo provvedimento ci sia non si sa quale scambio, noi ci fermiamo». In tal modo, ha sottolineato il presidente del Consiglio, «anche i professionisti del retro-pensiero avranno modo di ricredersi».

Fonti di palazzo Chigi: no a dibattito su futuro di Berlusconi
«Il nostro Governo - ribadiscono ulteriormente fonti della presidenza del Consiglio riconducibili allo staff del premier - non fa norme ad personam, non fa norme contra personam. Fa norme che rispondono all'interesse dei cittadini. Di tutti i cittadini». Le norme sotto accusa «consentiranno di non avere interpretazioni discrezionali tra commissione tributaria e commissione tributaria, ma finalmente darà lo stesso tipo di pena da Milano a Palermo». L'Italia, questa è la conclusione, «di tutto ha bisogno tranne che dell'ennesimo dibattito sul futuro di un cittadino, specie in un momento come questo dove qualcuno teorizza strampalate ipotesi di scambi politici-giudiziari, anche alla luce del delicato momento istituzionale che il Paese si appresta a vivere».

Zanetti: bastava l’impegno a cambiare la norma
«La decisione del presidente del Consiglio di bloccare l'inoltro alle Camere dello schema di decreto su abuso del diritto e sanzioni tributarie è molto apprezzabile, perché dimostra la massima volontà di trasparenza del nostro Governo rispetto alle illazioni che sono state fatte, ma è forse anche un po' troppo radicale». Così, interpellato telefonicamente, il sottosegretario all'Economia, Enrico Zanetti, ha commentato la decisione di rinviare al Cdm il decreto attuativo delle delega fiscale. «Forse - ha spiegato Zanetti - bastava e avanzava garantire sin d'ora che tra un mese, dopo i pareri delle commissioni Finanze di Camera e Senato, nella norma contestata del 3% sarebbe stata inserita la precisazione che si applicava solo ai reati diversi dalle frodi. Tutto qua e avremmo avuto rapidamente il buono per gli operatori economici, azzerando al contempo in partenza le polemiche strumentali di questi giorni».

Di Maio (M5S): per Renzi “regalino di Natale” non riuscito
Di tutt’altro avviso il Movimento 5 Stelle, che ha preso posizione con un post pubblicato sul su Facebook dal vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. «Apprendiamo che nel decreto legislativo approvato dal Cdm alla vigilia di Natale, c'è una norma 'salva Berlusconi' - scrive Di Maio, mettendo alla berlina il governo e il suo impegno a modificare il provvedimento bloccandone la trasmissione alle Camere. «Delle due l'una: o Renzi non sa cosa approva il suo Governo e quindi mi preme capire lui a cosa serva (visto che ci costa un botto in voli di Stato) - conslude l’esponente M5S - oppure Renzi ha provato a fare un regalino di Natale a Berlusconi per estinguere una delle cambiali del Nazareno e non gli è riuscita (per ora)».

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