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Reati fiscali, il Tesoro smentisce: nessun incontro con…

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le polemiche dopo lo stop al decreto

Reati fiscali, il Tesoro smentisce: nessun incontro con l’avvocato di Berlusconi

Nonostante lo stop del premier Matteo Renzi, agita le acque in Parlamento il decreto di Natale sulla riforma dei reati tributari, in particolare l’articolo 19 bis che prevede la depenalizzazione dell’evasione fiscale quando l’importo delle imposte evase non è superiore al 3% del reddito imponibile dichiarato. Se Forza Italia fa quadrato intorno a Silvio Berlusconi, accusato di essere il beneficiario della norma perché condannato a quattro anni proprio per frode fiscale, il M5S attacca il presidente del Consiglio: «È lui che ha fatto inserire la norma».

Intanto il Tesoro smentisce la notizia del sito Dagospia secondo cui Franco Coppi, avvocato di Silvio Berlusconi, «avrebbe partecipato a una riunione al ministero dell'economia relativa alla riforma fiscale» insieme all'ex presidente della Corte Costituzionale Franco Gallo. Anche Gallo smentisce «in maniera categorica» di aver partecipato a incontri per scrivere la norma definita “salva-Berlusconi”. E la notizia è definita «completamente falsa sotto ogni profilo» dallo stesso Coppi.

Tesoro: nessun incontro con avvocato Berlusconi, è diffamazione
La «presunta notizia» del sito Dagospia secondo cui Franco Coppi, avvocato di Silvio Berlusconi, «avrebbe partecipato a una riunione al ministero dell'economia relativa alla riforma fiscale», secondo il Tesorio, «è destituita di qualsiasi fondamento e frutto esclusivo di fantasia o di volontà di diffamazione, per la quale sarà valutata la sussistenza degli estremi per un'azione legale».

Gallo: mai partecipato a incontri per norma salva-Berlusconi
Anche l'ex presidente della Corte Costituzionale Franco Gallo (presidente della commissione che al Tesoro ha scritto la bozza del testo) smentisce «in maniera categorica» di aver partecipato a incontri per scrivere la norma cosiddetta norma salva-Berlusconi. E spiega: «Ho avuto notizia dell'introduzione dell’articolo 19 bis (che esclude la punibilità dei reati fiscali in caso di evasione non superiore al 3% del reddito imponibile dichiarato, ndr) nel testo elaborato dalla commissione da me presieduta solo dopo la seduta del Cdm del 24 dicembre nella quale si è approvato il decreto legislativo». «Ribadisco - aggiunge - che tale disposizione, assieme ad altre, non era contenuta nella bozza di decreto che ho trasmesso al ministro Padoan nell'ottobre scorso. Ritengo radicalmente errata, tecnicamente e in termini di politica legislativa, la previsione di una soglia di non punibilità per i reati di dichiarazione fraudolenta mediante artifici».

Avvocato Coppi: riunione per norma salva-Berlusconi? Notizia falsa
La notiziaè definita «completamente falsa sotto ogni profilo» anche dall'avvocato Franco Coppi. «Sono molto curioso di conoscere le fonti, definite attendibili, dalle quali essa proverrebbe - dice Coppi - Solo la buona educazione e il desiderio di non perdere tempo mi inducono ad astenermi dal commentare questa indegna volgarità e le intuibili ragioni che l'hanno suggerita, così come mi astengo dal commentare quanto sta accadendo in questi giorni (compresa l'attribuzione alla mia persona di pareri e dichiarazioni mai espresse) intorno alla norma in questione»

Fi: retromarcia ad personam
Non si placa però la polemica politica. «Più che di fronte a una legge ad personam in questo caso mi sembra che il Governo Renzi ci abbia messo tutti di fronte a una vera e propria retromarcia ad personam», ha commentato Alessandro Cattaneo, membro del comitato di presidenza di Forza Italia e responsabile Formazione del partito di Berlusconi. Che, ricordando come l’eventuale beneficio per il leader azzurro non sia certo, difende la norma a spada tratta: «Trovo assolutamente logico e giusto che se si scopre che un italiano ha evaso un importo irrisorio percentualmente rispetto al reddito dichiarato si pensi subito a un errore formale che non più essere perseguito penalmente».

Bergamini: largo ai cultori del sospetto
Ironica Deborah Bergamini, responsabile comunicazione di Fi: «Visto che è partita la “caccia grossa” ai provvedimenti potenzialmente favorevoli a Berlusconi, allora perché non abrogare, ad esempio, anche il Jobs Act? In fondo, Berlusconi come imprenditore potrebbe trarre qualche vantaggio dagli sgravi fiscali previsti per le nuove assunzioni». Così anche per lo Sblocca-Italia e per i bonus ristrutturazioni previsti dalla legge di stabilità:. «A questo punto - ha concluso Bergamini - forse è meglio interrompere del tutto l’attività legislativa, così i cultori del sospetto potrebbero finalmente dormire sonni tranquilli». Daniela Santanché tuona: «Renzi ha bloccato non il salva-Berlusconi ma il salva-imprenditori onesti». E Altero Matteoli accusa il Governo di aver ceduto a «un assurdo e aggressivo populismo travestito da falso moralismo».

Di Battista (M5S): Palazzo Chigi come rione di camorra
Intanto, però, il M5S ritorna alla carica contro Renzi. Prima in Aula alla Camera, approfittando della seduta convocata per incardinare il dl milleproroghe, è stata la volta di Alessandro Di Battista che ha paragonato Palazzo Chigi a «uno di quei rioni in mano alla camorra dove nessuno sa nulla all’inizio e poi, alla fine, qualcuno parla per proteggere qualcun altro». «Renzi - ha continuato il deputato, richiamato da Luigi Di Maio che presiedeva la seduta - si è trasformato da rottamatore a protettore, sta proteggendo qualcuno. E chi sta proteggendo è Verdini, è lui che ha fatto inserire la norma». Piccata la replica di Walter Verini, capogruppo dem in commissione Giustizia: «Malafede e propaganda».

Blog di Grillo: Renzi burattino, Berlusconi ventriloquo
Sul blog di Beppe Grillo è poi apparso un articolo dal titolo “Renzi burattino” a firma M5S Parlamento, che individua il ventriloquo in Berlusconi. «La modifica - si legge - non può essere sfuggita all’occhio “vigile” di Antonella Manzione (la ex capo dei vigili di Firenze voluta da Renzi alla guida del Dipartimento Affari giuridici di Palazzo Chigi, ndr). Anzi, invece di tirare fuori fischietto e paletta, sembra proprio che la Manzione ci abbia proprio messo lo zampino». L’obiettivo, per Grillo e i suoi, è chiaro. «Estinto il reato penale - si legge - per Silvio si schiuderebbero le porte del ritorno in politica. Così il loro amore (tra Renzi e Berlusconi, ndr) potrebbe finalmente uscire dalle segrete stanze del Nazareno ed essere dichiarato alla luce del sole. Se ci fosse ancora qualcuno che si chiede perché il governo ha bloccato la legge sul conflitto d’interessi alla Camera, o quella sull’anticorruzione al Senato e fatto regali alle concessionarie (tra cui Mediaset), la risposta adesso viene servita su un piatto d’argento. Perché Renzi è Berlusconi, e viceversa».

Salvini (Lega): il premier non sapeva, voi gli credete?
Anche il leader della Lega, Matteo Salvini, è intervenuto sulla vicenda con un tweet: «Renzi non sapeva niente della legge che avrebbe aiutato Berlusconi. Voi gli credete?».

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