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Grecia, Gran Bretagna, Spagna: i tre voti che fanno tremare Europa e mercati

Ad Atene e Madrid due partiti anti-sistema avanzano nei sondaggi e minacciano di provocare un terremoto nella politica europea. A Londra voto decisivo per capire se il futuro del Paese sarà dentro la Ue o fuori

1. Elezioni 2015 / Grecia

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Alexis Tsipras (Afp)

È il primo appuntamento elettorale dell'anno, e quello più temuto dai mercati. Si vota il 25 gennaio, oltre un anno prima del previsto perché il Parlamento greco non è riuscito a eleggere il capo dello Stato. Lo spauracchio di Bruxelles e delle Borse si chiama Alexis Tsipras, il giovane e rampante leader della sinistra radicale che ormai da 5 anni calca da protagonista la scena politica ellenica. Perché i mercati lo temono? Perché i sondaggi lo vedono in vantaggio sul premier uscente Samaras e dunque come il favorito a guidare il nuovo Governo.

Tsipras nei mesi scorsi ha detto che in caso di vittoria vuole rinegoziare gli accordi con Ue e Fmi, abbandonare le politiche di austerità e cancellare buona parte dei debiti che la Grecia deve rimborsare agli Stati europei e alla Bce. L'ex studente della gioventù comunista greca ha però ammorbidito i toni nelle ultime settimane, chiarendo che non vuole assolutamente portare il Paese fuori dall'euro e sfumando le bellicose minacce di ristrutturazione del debito. E' parso insomma più pragmatico. I mercati hanno apprezzato e sembrano meno spaventati di qualche mese fa. Molti analisti scommettono sul fatto che anche in caso di vittoria Tsipras non riuscirà a formare una coalizione e la Grecia tornerà alle urne come già accaduto nel 2012. Proprio oggi l’ex premier socialista George Papandreou ha annunciato la nascita di un nuovo partito, con il chiaro intento di sottrarre voti a Syriza. Uno scenario in continua evoluzione che in ogni caso prelude a un 2015 all’insegna dell’instabilità politica ad Atene, proprio nell’anno in cui il Paese esce dal programma pluriennale di aiuti Ue-Fmi.

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