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Questo articolo è stato pubblicato il 04 gennaio 2015 alle ore 20:15.
Si alza, almeno nelle dichiarazioni la tensione fra Nord Corea e Stati Uniti. La Corea del Nord ha denunciato oggi le nuove sanzioni imposte dagli Stati Uniti in risposta al presunto attacco hacker di Pyongyang al colosso cinematografico Sony, criticando anche il rifiuto di Washington di avviare un'indagine congiunta sulla vicenda.
La scorsa settimana, il presidente americano Barack Obama ha autorizzato nuove misure contro una decina di alti funzionari del regime nordcoreano, contro l'agenzia di intelligence di Pyongyang e contro due imprese legate al settore militare, in risposta al «distruttivo e coercitivo cyber-attacco a Sony Pictures Entertainment», stando a quanto precisato dal portavoce della Casa Bianca.
La Corea del Nord ha più volte negato ogni coinvolgimento nell'attacco informatico dello scorso novembre, che portò inizialmente la Sony ad annullare l'uscita nelle sale del film «The Interview» - film comico-demenziale in cui si racconta di un piano per assassinare il leader nordcoreano Kim Jong-Un - per poi farlo proiettare a Natale in qualche centinaio di sale Usa e online. Nei giorni scorsi anche gli esperti della società specializzata in sicurezza informatica hanno ipotizzato che a condurre l'attacco potrebbe essere stato un ex dipendente dello studio cinematografico americano controllato dalla giapponese Sony.
Oggi il ministero degli Esteri nordcoreano ha dichiarato che il rifiuto di Washington di avviare un'indagine congiunta sulla vicenda rivela la sua «cattiva coscienza». «L'azione persistente e unilaterale della Casa Bianca di imporre le sanzioni dimostra chiaramente che mantiene la sua radicata riluttanza e ostilità verso la Corea del Nord», ha detto un portavoce, citato dall'agenzia di stampa ufficiale Kcna. Il portavoce ha quindi aggiunto che le nuove sanzioni non faranno altro che rafforzare la determinazione di Pyongyang a portare avanti il proprio programma militare.
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