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Questo articolo è stato pubblicato il 07 gennaio 2015 alle ore 14:06.
L'ultima modifica è del 07 gennaio 2015 alle ore 21:06.

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(Ap)(Ap)

Il mondo è sotto choc per l’assalto alla sede del settimanale satirico francesce Charlie Hebdo. In serata il Presidente della Repubblica francese Francois Hollande è apparso brevemente in televisione per proclamare per domani il lutto nazionale: «Le vittime dell'attacco a Charlie Hebdo, i feriti, le loro famiglie e chi è loro vicino sono oggi i nostri eroi”. Ha dichiarato Hollande.

«Siamo minacciati, come altri Paesi nel mondo, perché siamo un Paese di libertà», aveva commentato a caldo il presidente francese Francois Hollande, che si è recato subito in visita sul luogo dell’attentato confermando che si tratta di un attentato terroristico. «Dobbiamo reagire con fermezza, ma con uno spirito di unità nazionale. Dobbiamo essere compatti, mostrare che siamo uniti. Siamo in un momento difficile: molti attentati erano stati sventati». Hollande interverrà di nuovo stasera alle 20 dall’Eliseo per un discorso alla nazione. Per i primo ministro Manuel Valls, la Francia è «colpita al cuore», ogni francese è «inorridito».

«Bisogna dire basta all'ipocrisia e chiamare le cose con il loro nome: è una strage perpetrata dall'integralismo islamico»: lo afferma Marine Le Pen. La leader del Fronte condanna «l'odioso attentato» che ha colpito Charlie Hebdo ed esorta tutti i francesi a schierarsi per «la difesa della libertà di stampa».

Obama convoca il Consiglio per la sicurezza nazionale
Dalla Casa Bianca è arrivata una ferma condanna dell’«orrenda sparatoria». Il presidente Barack Obama ha spiegato che la Francia «è il più antico alleato dell’America» nella guerra al terrorismo «che minaccia la nostra sicurezza e il mondo». Obama, che ha promesso di aver dato direttive alla sua amministrazione affinché fornisca «ogni assistenza necessaria per contribuire a portare questi terroristi davanti alla giustizia», incontrerà oggi il Consiglio per la Sicurezza Nazionale. Gli Stati Uniti, ha riferito il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, lavoreranno per proteggere gli americani in casa e all’estero e sono «consapevoli» del rischio di attacchi da parte di combattenti stranieri disposti a dare la loro vita per la loro causa.

Kerry: ogni americano è con voi
«Ogni americano è con voi». Così il segretario di stato americano John Kerry sulla strage nella sede del giornale satirico Charlie Hebdo a Parigi. «Il mondo non si arrenderà» ai terroristi, ha rimarcato Kerry parlando anche in francese. «Nessuno sa meglio della Francia che la libertà ha un prezzo», ha affermato. «La libertà d'espressione e la libertà di stampa sono valori universali fondamentali: il mondo non si arrenderà alle intimidazioni», ha detto Kerry definendo le vittime della strage dei «martiri della libertà».

Papa: ferma condanna orribile attentato
Anche Papa Francesco ha espresso «la più ferma condanna per l'orribile attentato» che «ha funestato stamane la città di Parigi con un alto numero di vittime, seminando la morte, gettando nella costernazione l'intera società francese, turbando profondamente tutte le persone amanti della pace, ben oltre i confini della Francia”. Così padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede.

Schultz: vicino alle vittime e alle famiglie
Si è detto «profondamente scioccato» in un tweet il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz. «I miei pensieri - ha aggiunto - vanno alla squadra, ai poliziotti e ai loro parenti».

Juncker: attacco intollerabile
Di «atto intollerabile» ha parlato il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker: «Sono profondamente scioccato per il brutale e disumano attacco che ha colpito i locali di Charlie Hebdo. È un atto intollerabile, una barbarie che ci interpella tutti, in quanto esseri umani ed europei».

Unione delle moschee di Francia: attentato vile, criminale, imperdonabile
L'Unione delle moschee di Francia (Umf) «denuncia con la più grande fermezza e senza riserva questo attentato vile, criminale e imperdonabile contro il giornale Charlie Hebdo»: così il segretario generale, Mohammed Mraizika. Il presidente dell’Umf, Mohammed Moussaoui, che ha appreso dell'attentato di Parigi dopo l'udienza generale di papa Francesco alla quale ha presenziato in Vaticano insieme ad altri imam francesi per un incontro di dialogo islamo-cristiano, ha dichiarato che «nulla, assolutamente nulla, può giustificare o scusare questo crimine».

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