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Attacco a Charlie Hebdo, chi sono le vittime della strage di Parigi

Oltre ai poliziotti e all'economista che scriveva sul settimanale, le vittime predestinate dell'attacco terrorista a Charlie Hebdo erano proprio loro: il direttore e i vignettisti che per anni con il loro lavoro – in nome della libertà di pensiero e della libertà di stampa - avevano rappresentato sotto una luce differente i temi politici, religiosi e razziali francesi e non solo. Vediamo chi erano e perché erano considerati dai terroristi “pericolosi”

4. Le vittime di Charlie Hebdo/Bernard Verlhac, detto Tignous

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(Epa)

Bernard Verlhac aveva 58 anni e usava lo pseudonimo di Tignous; disegnava per la stampa francese dagli anni Ottanta e lavorava per varie testate oltre che per Charlie Hebdo. Forse meno famoso dei vignettisti-star di Charlie Hebdo, Verlhac era altrettanto caustico dei suoi colleghi. Due esempi tra gli altri: la copertina di Charlie Hebdo dedicata a Gerard Depardieu pronto a scappare in Belgio per non pagare le supertasse francesi («Può il Belgio accogliere tutto il colesterolo del mondo?» si legge accanto al “faccione” dell'attore). E quella sul post primavera araba. Sotto la didascalia «Dopo la primavera araba, l'estate araba», si vede una giovane donna in topless con il viso nascosto da un hijab.

Le altre vittime dell’assalto terrorista alla redazione di Charlie Hebdo sono:
Bernard Maris, alias «Zio Bernard», 68 anni, economista ed editorialista; Honoré, 73 anni, vignettista; Michel Renaud, fondatore di Carnet de Voyage; Franck Brinsolaro, 49 anni, poliziotto che proteggeva Charb; Merabet Ahmed, 42 anni, agente di polizia; Mustapha Ourrad, correttore di bozze; Frederic Boisseau, responsabile della manutenzione; Elsa Cayat, psicanalista e giornalista.

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