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Questo articolo è stato pubblicato il 07 gennaio 2015 alle ore 16:00.

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La giunta per le immunità del Senato ha dato il via libera all'autorizzazione a procedere contro il senatore di Fi, Altero Matteoli, coinvolto nell'inchiesta sul Mose di Venezia. Hanno detto no all'autorizzazione solo Enrico Buemi (Psi), Fi e Ncd che però ha detto sì all'autorizzazione a procedere per tutti gli altri coimputati.

La Giunta è stata chiamata ad esprimersi per stabilire se il reato contestato a Matteoli, all'epoca ministro per le infrastrutture e per l'Ambiente, rientrasse o meno tra i reati ministeriali, cosa che avrebbe chiamato in causa il Tribunale per i ministri. La Giunta, su proposta del relatore Dario Stefano, presidente della Giunta stessa, ha deliberato invece che possa procedere il Tribunale ordinario. In caso contrario sarebbe stato bloccato non solo il procedimento contro Matteoli, ma anche contro altri 5 coimputati (Piergiorgio Baita, Nicolò Buson, Erasmo Cinque, William Ambrogio Colombelli e Giovanni Mazzacurati).

Sono state quindi effettuate due votazioni, una sull'ex ministro ed uno sui coimputati. Alla prima hanno votato a favore dell'autorizzazione a procedere Pd, Sel, M5s, Lega e contro Fi, Gal Ncd e il socialista Enrico Buemi. Alla seconda hanno votato tutti per l'autorizzazione a procedere contro i coimputati. Su tutto dovrà ora pronunciarsi l'Aula.

La Giunta per le Immunità del Senato aveva ascoltato il 12 novembre l'ex ministro. Matteoli, che ha depositato una memoria di una cinquantina di pagine, aveva spiegato di essere totalmente «estraneo alla vicenda» ed aveva sostenuto come
contro di lui ci fosse un «fumus persecutionis evidente».

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