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Questo articolo è stato pubblicato il 12 gennaio 2015 alle ore 20:24.
L'ultima modifica è del 12 gennaio 2015 alle ore 21:48.
«Avremmo dovuto mandare un rappresentante con un profilo maggiore» alla marcia di domenica a Parigi per Charlie Hebdo. Lo ha detto il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, chiedendo scusa per l'assenza di rappresentanti di primo piano degli Stati Uniti alla manifestazione di ieri che ha portato in piazza milioni di persone e decine di leader globali. Il mea culpa arriva dopo le critiche e le polemiche scoppiate sui media americani tra domenica e lunedì. Washington era rappresentata nella marcia di Parigi dalla sua ambasciatrice Jane Hartley. Earnest ha ricordato che gli Stati Uniti continuano a essere in contatto con la Francia e a fornire sostegno.
Earnest, incalzato dai giornalisti, ha ripetuto che la decisione di non mandare nessuno è stata un errore, ma che ci sarebbero stati grossi problemi di sicurezza. Quando gli hanno chiesto come mai il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, era presente in strada, Earnest ha detto che la sicurezza del presidente Barack Obama e del vicepresidente Joe Biden è molto più dispendiosa e difficile. Oltre a questo Earnest non ha saputo spiegare perché Eric Holder - segretario alla Giustizia che ieri era a Parigi - non sia andato alla marcia. E infine a chi gli ha chiesto cosa ha fatto domenica Obama ha risposto: «Non ho parlato con il presidente su cosa ha fatto ieri».
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