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Questo articolo è stato pubblicato il 13 gennaio 2015 alle ore 08:43.
L'ultima modifica è del 13 gennaio 2015 alle ore 09:46.

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Cristiano Ronaldo. (Afp)Cristiano Ronaldo. (Afp)

Cristiano Ronaldo vince per la terza volta in carriera il Pallone d'Oro, dopo i successi del 2008 e 2013, e si porta in scia a Leo Messi che ha già ritirato il premio quattro volte. Un'alternanza continua tra i due dominatori della scena calcistica degli ultimi sette anni, che hanno monopolizzato il Pallone d'Oro come mai era successo nel passato.
I voti dei giurati si sono distribuiti in questo modo: primo Ronaldo con il 37% delle preferenze, secondo Messi con il 15,76%, terzo Neuer con il 15,72 per cento. Per il portoghese due vittorie importanti quest'anno, entrambe con il Real Madrid: la decima Champions, a lungo inseguita dagli spagnoli, e il Mondiale per club in un'edizione che non resterà negli annali come memorabile.

Che Ronaldo e Messi siano due tra i più forti giocatori del mondo è indiscutibile, che siano i due più forti è forse al momento altrettanto indiscutibile, eppure proprio quest'anno, se i giudici avessero avuto un po' più di fantasia e meno attenzione agli effetti mediatici, il Pallone d'Oro avrebbe potuto cambiare padrone. Andando, come a mio avviso avrebbe meritato, al portiere della Nazionale tedesca campione del mondo, Manuel Neuer.
Proprio il Mondiale, nella storia del Pallone d'Oro, ha sempre fatto la differenza rispetto a qualsiasi altra competizione, con pochissime eccezioni.

A voler essere onesti fino in fondo due dei Palloni d'oro italiani, Pablito Rossi e Fabio Cannavaro, sono arrivati proprio in seguito alla vittoria della Coppa del mondo quando nessuno dei due poteva ritenersi davvero il migliore in assoluto. Basta pensare, per restare all'Italia e più o meno agli stessi ruoli dei due premiati, che Gigi Riva e Sandro Mazzola non l'hanno mai vinto pur surclassando Paolo Rossi nell'arco della carriera, così come non l'hanno mai vinto Giacinto Facchetti o Paolo Maldini, che rispetto a Cannavaro hanno avuto meriti e classe calcistica ben superiori.

Ma l'effetto del Mondiale è sempre stato questo, e a ben vedere la stessa cosa è accaduta quest'anno con il Pallone d'Oro per gli allenatori: a Carlo Ancelotti non è bastato, come al suo giocatore, vincere La Decima e il Mondiale per club, perché i giurati gli hanno preferito Joachim Loew, allenatore della Germania mondiale. Una differenza di valutazione che è francamente incomprensibile.

Dicevo che avrei votato Neuer, ed è ovviamente la mia personalissima opinione, ma voglio motivarla. I portieri nella storia del Pallone d'Oro non hanno mai avuto fortuna: tanto per non fare nomi dalle nostre parti c'è stato un terzetto (Zoff, Zenga e Buffon) che qualcosa in più avrebbe sicuramente meritato, ma i giurati hanno sempre preferito chi segna i gol a chi evita di prenderli.

Eppure Neuer, quest'anno in particolare, proprio al Mondiale ha mostrato non solo tutta la sua classe, ma anche di far parte della ristretta categoria di giocatori che riescono a far fare un salto di qualità all'interpretazione del ruolo in cui giocano. Una qualità che appartiene a pochi, e che abbinata alla vittoria (da protagonista assoluto) del Mondiale a mio avviso gli avrebbe dovuto fruttare il Pallone d'Oro.

Cosa intendo per salto di qualità? Dimostrare che è possibile giocare in un modo diverso da come si è sempre fatto, che è possibile interpretare il ruolo scombinando le regole. Sempre restando ai portieri nel passato era successo con Zamora, il primo interprete dell'atletismo spettacolare e dei voli a coprire l'intero specchio della porta.

Ed era successo anni dopo con Dino Zoff, che ha dimostrato come si possa essere eccezionali restando quasi sempre con i piedi per terra, con un senso della posizione straordinario, facendo sembrare normali parate che per altri portieri sarebbero state miracolose.

Neuer ha spostato il campo d'azione del portiere fino alla linea di difesa, e anche oltre: ottimo giocatore non solo tra i pali, ma anche con i piedi in mezzo agli avversari, si è proposto più volte come difensore aggiunto in una sorta di reinterpretazione del vecchio libero in chiave moderna. Una completezza che, a questi livelli, non si era mai vista.
Per questo motivo avrei votato Neuer, non perché siano scarsi Ronaldo e Messi ma perché, di fianco ai due mostri, lui ci sta benissimo. E quest'anno, oltre che di fianco, sarebbe stato benissimo anche davanti.

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