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Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2015 alle ore 15:45.
L'ultima modifica è del 16 gennaio 2015 alle ore 22:12.

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La Banca d'Italia taglia le stime del Pil nel 2015, che vedrà una «crescita modesta»: +0,4% contro +1,3% delle stime di luglio, mentre nel 2016 accelererà a +1,2 per cento. Lo si legge nel bollettino economico, secondo cui «resta ampia l'incertezza» e «cruciale sarà l'intensità della ripresa degli investimenti». Per il 2014 la stima è di un -0,4% del Pil. Con una postilla: un Quantitative easing «aggressivo» da parte della Bce avrebbe un effetto positivo sul Pil italiano di un +0,5% nel biennio 2015-2016. Via Nazionale certifica poi la deflazione in cui è piombata l’Italia, con una variazione dell'indice dei prezzi al consumo marginalmente negativa quest'anno (-0,2%). La ripresa dell'occupazione rimane fragile nonostante «nei mesi estivi del 2014 il numero di occupati sia aumentato, seppur lievemente» e le aspettative delle imprese circa l'evoluzione della domanda di lavoro nei primi mesi del 2015 continuano a essere negative.

Bankitalia sul Pil: -0,4% nel 2014, +0,4% nel 2015, +1,2% nel 2016
Nel complesso del 2014, sulla base degli indicatori finora disponibili, Bankitalia stima che il Pil dell'Italia si sia ridotto dello 0,4% (-1,9 nel 2013). L'attività economica tornerebbe a espandersi in maniera moderata all'inizio di quest'anno, per poi rafforzarsi lievemente nei trimestri successivi: la crescita sarebbe dello 0,4% quest'anno e raggiungerebbe l'1,2% il prossimo. Al termine dell'orizzonte di proiezione il Pil si collocherebbe ancora oltre sette punti percentuali sotto il livello del 2007. L'attività economica verrebbe sostenuta dalla politica monetaria, dal calo del prezzo del petrolio, dal taglio del cuneo fiscale; ancora deboli gli investimenti e fragili le prospettive dell'area euro. Rischi per l'attività economica possono derivare dal «riacutizzarsi di tensioni sui mercati finanziari internazionali, per il peggioramento della situazione politica in Grecia e della crisi in Russia, nonché per l'indebolimento della congiuntura nelle economie emergenti».

Legge Stabilità ha evitato recessione più lunga
Per Bankitalia in Italia il consolidamento di bilancio resta un obiettivo essenziale. «Il Governo - secondo via Nazionale - con la Legge di Stabilità, ha adeguato il ritmo dell'azione di risanamento dei conti pubblici al quadro congiunturale».

Italia in deflazione anche nel 2015: -0,2%
L'Italia sarà in deflazione anche nel 2015. Secondo il bollettino economico della Banca d'Italia, la variazione dei prezzi al consumo, «scesa allo 0,2% nella media del 2014, sarebbe marginalmente negativa quest'anno (-0,2%), risentendo in larga misura del forte calo delle quotazioni del petrolio. Al netto delle componenti energetica e alimentare l'aumento dei prezzi sarebbe comunque basso, pari allo 0,6%». L'inflazione, aggiunge Via Nazionale, dovrebbe poi rimanere al di sotto dell'1% anche nel 2016 (allo 0,7%).

Con misure Bce aggressive Pil +0,5% nel 2015-16
Di qui la necessità di «misure aggressive di sostegno monetario» da Francoforte che «possono contribuire a contrastare le pressioni al ribasso sui prezzi e la debolezza dell'attività economica nell'area». Nelle valutazioni di Bankitalia il Qe, ossia «un'espansione del bilancio dell'Eurosistema, che si riflettesse in una riduzione dei tassi di interesse sui titoli di Stato a più lungo termine pari a 50 punti base e in un deprezzamento dell'euro del 5 per cento, si tradurrebbe in un livello del Pil più elevato di circa mezzo punto percentuale nel biennio 2015-16, sia in Italia sia nel complesso dell'area; l'inflazione risulterebbe più alta di due-tre decimi di punto in ciascun anno». Non solo. «Gli effetti sarebbero maggiori se si tenesse conto anche dell'impatto che le nuove misure potrebbero avere sulla fiducia e sulle aspettative di inflazione di famiglie e imprese».

Ripresa dell'occupazione resta fragile
La ripresa dell'occupazione in Italia rimane fragile nonostante «nei mesi estivi del 2014 il numero di occupati sia aumentato, seppur lievemente». Le aspettative delle imprese - prosegue il Bollettino di Bankitalia - circa l'evoluzione della domanda di lavoro nei primi mesi del 2015 continuano a essere negative.

Aumentano i consumi ma investimenti non ripartiti
In Italia aumentano i consumi, «ma gli investimenti non sono ancora ripartiti». È quanto sottolinea ancora la Banca d'Italia nel bollettino economico. Negli ultimi trimestri «i consumi hanno ripreso a crescere in misura contenuta, in linea con l'andamento del reddito disponibile sostenuto dalle misure adottate dal Governo». Il loro contributo alla crescita dell'economia, però, «è stato controbilanciato dalla flessione degli investimenti, frenati dagli ampi margini di capacità inutilizzata, dall'elevata incertezza sulle prospettive della domanda e dalle difficoltà dell'edilizia».

Migliora condizione credito a imprese
Secondo le rilevazioni più recenti le condizioni di offerta di credito alle imprese sono invece migliorate, anche se non si allenta la stretta dei finanziamenti per le piccole aziende. Bankitalia mette in evidenza inoltre come i tassi di interesse medi sui nuovi prestiti siano scesi gradualmente, pur mantenendosi superiori a quelli dell'area dell'euro di circa 30 punti base per imprese e famiglie.


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