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Grecia, schiaffo alla troika: stop alle privatizzazioni, il porto…

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LE PRIME MOSSE DI TSIPRAS

Grecia, schiaffo alla troika: stop alle privatizzazioni, il porto del Pireo non va ai cinesi

(Reuters)
(Reuters)

La Grecia congela le privatizzazioni. Uno dei pilastri concordati con la troika viene dunque subito abbandonato dal nuovo governo guidato da Alexis Tsipras, come aveva promesso in campagna elettorale. Una notizia che certo non contribuisce a rasserenare i rapporti con la Ue a un mese dalla scadenza del programma di aiuti.

Il monopolio elettrico resta allo Stato
Nel primo consiglio dei ministri dopo le elezioni, il ministro dell’Energia Panagiotis Lafazanis ha dichiarato che bloccherà immediatamente il piano di privatizzazione del 30% della compagnia elettrica Public Power Company, la più grande public utility del Paese, di cui lo Stato ellenico controlla una quota di maggioranza, e della compagnia di distribuzione dell’energia elettrica (Admie).

Bloccata la cessione del Pireo
Congelata anche la vendita del 67% del Porto di Pireo, un’operazione già avviata per la quale erano rimaste in corsa quattro società, tra cui la big cinese Cosco. «L’accordo per Cosco sarà rivisto per il beneficio del popolo greco» ha detto il vice ministro Thodoris Dritsas. Il colosso cinese ha già acquistato due terminal del porto del Pireo, vicino ad Atene, e aveva l'intenzione di subentrare nelle quote ancora possedute dallo Stato greco nella società. Per spiegare al governo cinese la mossa shock sul Porto del Pireo, Tsipras ieri ha incontrato l’ambasciatore di Pechino ad Atene. La Cina in questi anni è stato un investitore di primo piano in Grecia, che vede come una porta d’accesso privilegiata al mercato europeo.

Stop anche alla vendita della prima raffineria
Il neo ministro dell'Energia ha annunciato anche il blocco della prevista cessione a privati del 35,5% di Hellenic Petroleum, la maggiore raffineria del Paese. «La quota di Hellenic Petroleum che era stata trasferita all'agenzia per le privatizzazioni tornerà allo Stato», ha spiegato il ministro alla cerimonia di passaggio di consegne con il suo predecessore. Si tratta di decisioni dalle pesanti implicazioni politiche dal momento che il piano di privatizzazioni, avviato comunque con lentezza dal precedente esecutivo Samaras, era una delle condizioni fissate dalla troika in cambio dei prestiti ricevuti da Atene.

La Borsa la prende (molto) male
Immediata la reazione dei titoli in Borsa. Il Porto del Pireo precipita dell’8%, malissimo anche Ppc (-16%). Ma il vero tracollo è quello subìto dai titoli delle banche: Piraeus Bank -29%, National Bank of Greece -28%, Eurobank -22%, Alpha Bank -23 per cento. Così la Borsa di Atene è precipitata oggi del 9% (-16% il bilancio nei tre giorni del dopo-voto). Forte tensione anche sul mercato obbligazionario, come dimostra l’inversione della curva dei tassi: i rendimenti sui titoli triennali hanno sfiorato il 17%, quelli a 5 anni hanno toccato il 13,5% e quelli decennali sono saliti sopra il 10 per cento. È il livello più alto dal 2012, l’anno in cui Atene ha ristrutturato 100 miliardi di euro di debito, tagliando del 70% il valore nominale dei titoli in mano agli investitori privati.

Lavoro: reintegro dipendenti pubblici dopo licenziamento «incostituzionale»
Il governo intanto procede con la sua agenda. In materia di lavoro, una delle prime decisioni sarà quella di reintegrare i dipendenti pubblici il cui licenziamento è stato giudicato incostituzionale. Il nuovo ministro del Lavoro greco, Panos Skurletis, ha inoltre annunciato che il governo vuole «ripristinare il salario minimo interprofessionale e la tredicesima mensilità per le pensioni più basse». Il cosiddetto programma di Salonicco prevede di ripristinare il salario minimo a 751 euro netti, rispetto ai 586 attuali.

Rinegoziazione debito: Tsipras, «No a rottura distruttiva»
Sul fronte della rinegoziazione del debito il neo-premier ha invece rilasciato dichiarazioni meno dure. «Non andremo ad una rottura distruttiva per entrambi sul debito - ha detto Tsipras - il governo di Atene è pronto a negoziare con partner e finanziatori per una soluzione giusta e duratura per il taglio del debito» greco.

Katainen: Ue non cambia linea sulla Grecia
Le prime reazioni da Bruxelles appaiono poco orientate al dialogo. La Commissione Ue «non cambia linea» sulla Grecia, dopo le elezioni «restano gli stessi impegni presi dal Governo verso i cittadini Ue e vanno rispettati»: così il vicepresidente Jyrki Katainen. «Pronti a collaborare, ma le elezioni non hanno cambiato la situazione economica», ha aggiunto. «Non credo che l'Eurogruppo sia disposto a fare marcia indietro sulle politiche adottate finora e che non possono cambiare in base alle elezioni», ha risposto Katainen a chi chiede se è possibile che venga dato un po' di respiro alla Grecia. (G.Me.)


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