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PACE FRAGILE

Ucraina, da mezzanotte il cessate il fuoco ma la tregua è appesa a un filo

  • –di S.Bio.

Rischia già di saltare a poche ore dalla sua entrata in vigore (le 23 ora italiana) l'accordo di Minsk per il cessate il fuoco in Ucraina. La Russia ha accusato gli Stati Uniti e gli alleati occidentali di aver distorto il senso dell'accordo di Misnk, sottoscritto solo 48 ore fa «Rappresentanti ufficiali ucraini così come quelli di diversi nazioni occidentali, gli Stati Uniti in particolare, hanno espresso essenzialmente solidarietà con il punto di vista dei nazionalisti radicali (la destra ucraina) alla Verkhovna Rada (il Parlamento di Kiev) ed hanno iniziato a distorcere il contenuto degli accordi di Minsk», ha sostenuto in una nota il ministero degli Esteri russo.

Secondo Mosca, Kiev e l'Occidente «stanno mettendo in dubbio l'attuazione delle misure concrete previste dall'accordo», sottoscritto da Vladimir Putin, Francois Hollande, Petro Poroshenko e Angela Merkel. Per la Russia mentre i separatisti ucraini di Donetsk e Lugansk «stanno dimostrando il loro atteggiamento responsabile verso gli impegni, le dichiarazioni dei politici ucraini a Kiev inducono a sollevare dubbi».
«Noi - prosegue il comunicato - riaffermiamo che il principale messaggio degli accordi di Minsk è che è necessario porre fine ai combattimenti, ritirare gli armamenti pesanti ed iniziare un'autentica riforma costituzionale in Ucraina» e la Russia vuole che «tutti i firmatari degli accordi di Minsk, così come le parti che sostengono il processo, inclusa la Germania e La Francia, facciano tutto il possibile affinché questa intesa sia strettamente rispettata».

Non si fermano però i combattimenti nell’est separatista dell’Ucraina. Ha causato almeno 2 morti l’esplosione di tre mine nella piazza centrale di Donetsk non lontano dal Park Inn Hotel dove il capo della autoproclamata Repubblica Indipendente (ucraina), Oleksandr Zakharchenko stava tenendo una conferenza stampa.

Il leader dell'autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk ha emanato un decreto in cui ordina che dalle 23 (ora italiana) le armi tacciano così come previsto dall'accordo di Minsk. Non è chiaro, al momento, se come aveva annunciato in precedenza, il cessate il fuoco riguardera' anche l'importante snodo ferroviero di Debaltsevo dove si combatte da giorni e del quale, aveva sostenuto, non si fa menzione nel testo dell'intesa.

I ribelli sono nel pieno dell'offensiva per cercare di catturare metri di territorio in particolare a Debaltsevo, lo strategico nodo ferroviario a metà strada tra Lugansk e Donetsk, entrambe controllate dai filorussi, dove sostengono di aver circondato migliaia di soldati.
Secondo varie stime, si contano a decine, tra civili e soldati, le vittime sotto le bombe tra venerdì e sabato. «Il nemico continua a bombardare villaggi e città senza tregua», ha denunciato il quartier generale delle forze ucraine. «Non c'è stata alcuna tregua e in più i ribelli continuano gli attacchi a Debaltsevo», ha aggiunto un portavoce dell'esercito, Anatoly Stelmakh.

Secondo il comando militare di Kiev, le milizie separatiste hanno sferrato un nuovo assalto alle posizioni delle truppe governative alle porte della città. I filorussi sostengono che a Delbaltsevo e nei suoi dintorni sono riusciti ad accerchiare 6mila militari ucraini, ma il ministero della Difesa lo nega. Il “numero due” delle milizie dell'autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk, Eduard Basurin ha dichiarato che le truppe ucraine tentano senza successo di rompere l'accerchiamento e che le milizie separatiste non permetteranno il ripiegamento delle truppe ucraine se non depongono le armi. «Sicuramente (i soldati ucraini) moriranno di fame. Non li attaccheremo (dopo l'entrata in vigore del cessate il fuoco), ma neanche gli permetteremo di uscire dall'accerchiamento», ha aggiunto Basurin, secondo la Dan, l'agenzia dei separatisti.

Intanto i separatisti filorussi di Donetsk avvertono: Kiev deve concederci l'indipendenza «de facto», altrimenti reclameremo l'intero territorio della regione. Lo ha dichiarato il presidente dell'autoproclamata Repubblica di Donetsk, Aleksander Zakharchenko, che ha incontrato oggi la stampa nel capoluogo del distretto controllato dagli insorti filorussi. Poco prima del suo arrivo una violenta esplosione si è verificata a soli 100 metri dall'hotel del centro, dove era fissata la conferenza stampa. «Tutta la regione di Donetsk è territorio della Repubblica Popolare di Donetsk», ha detto il leader secessionista, che chiaramente guarda ai prossimi giorni, quando - se il cessate il fuoco terrà - si dovrà affrontare il grosso nodo dello status del Donbas. Le milizie separatiste rispetteranno il cessate il fuoco che entrerà in vigore a mezzanotte ora locale (le 23 in Italia), ma non a Debaltsevo perché gli accordi di Minsk 2 non dicono ''una parola'' al riguardo ha aggiunto Zakharcenko.

Il pericolo di una ulteriore escalation del conflitto nell'Est dell'Ucraina permane, «malgrado il fatto che sia stato possibile concordare un cessate-il-fuoco e il ritiro dell'artiglieria» da entrambe le parti: è il presidente ucraino Petro Poroshenko a lanciare un nuovo allarme, confermando l'altissima tensione che accompagna le ultime ore prima dell'entrata in vigore del nuovo accordo di Minsk.

Poroshenko è poi tornato a parlare, dopo un incontro con il capo del parlamento lettone, la signora Inara Murniece, rappresentante del fronte europeo più anti-russo e motore dell'integrazione nell'Ue dell'Ucraina a tappe forzate. I due hanno discusso anche la possibilità di lanciare un regime senza visti tra Ucraina e Unione europea in occasione del prossimo vertice del Partenariato orientale, a maggio 2015.

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