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Debaltseve ai separatisti

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LA CRISI UCRAINA

Debaltseve ai separatisti

Truppe  dei separatisti filorussi entrano nella cittadina di Debaltseve con un mezzo corazzato (Reuters)
Truppe dei separatisti filorussi entrano nella cittadina di Debaltseve con un mezzo corazzato (Reuters)

Che ne sarà degli Accordi di Minsk una volta conclusa la battaglia per Debaltseve? Per il momento, mentre i separatisti affermano di avere ormai il controllo di buona parte del nodo ferroviario tra Donetsk e Luhansk, le intese raggiunte dai leader di Russia, Ucraina, Germania e Francia l’11 febbraio scorso sono lettera morta. A due giorni dall’entrata in vigore del cessate il fuoco, fissata per la notte del 15, le parti avrebbero dovuto avviare il ritiro delle armi pesanti dalle due linee del fronte. Un’utopia. Al contrario, mentre i separatisti avanzano su Debaltseve, gli ucraini accerchiati invocano rinforzi. Il ritiro dell’artiglieria inizierà nel momento in cui cesseranno gli attacchi ribelli, dice Kiev.

In città si combatte ormai strada per strada. E a causa degli scontri i separatisti sostengono di aver dovuto rinviare l’evacuazione dei civili rimasti: circa 7.000, dai 25mila abitanti, secondo Amnesty International. Intrappolati nelle cantine e rimasti ormai senza acqua né pane. «La situazione cambia di minuto in minuto, di ora in ora...e non a nostro favore», ammetteva ieri Illya Kiva, vice responsabile delle forze ucraine nella regione di Donetsk. Versioni dei fatti diverse si sono incrociate per tutta la giornata, attribuendo via via ai separatisti il controllo della stazione ferroviaria, della periferia orientale e poi di una stazione di polizia della città. Finché a sera Eduard Basurin, uno degli ufficiali delle milizie di Donetsk, ha detto all’agenzia russa Interfax che ormai l’80% di Debaltseve è in mano ai ribelli: «Resta solo la parte residenziale, e poi Debaltseve sarà sotto il nostro controllo». Negli scontri di ieri sarebbe rimasto ferito leggermente a una gamba, mentre attraversava una strada, Aleksndr Zacharcenko, capo dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk.

Nella versione dei fatti dei separatisti, i militari ucraini in città (si stimano 5.000 uomini) si starebbero arrendendo in massa. Ma Kiev smentisce, parla di un’imboscata in seguito alla quale un gruppo di soldati sarebbero caduti prigionieri. Le truppe ucraine, ha detto ieri sera da Kiev il portavoce militare Andriy Lysenko, tengono le posizioni.

Il ritiro degli armamenti pesanti sarebbe iniziato invece nella vicina Luhansk, almeno stando a quanto afferma - senza possibilità di verifiche - il “premier” separatista, Igor Plotnitskij. Il quale ha chiarito il punto di vista dei separatisti su Debaltseve, «nostro territorio»: «La nostra linea che la circonda è compatta – ha detto ieri Plotnitskij – la “sacca” di Debaltseve è chiusa. Questo l’Ucraina non lo ammette. Ma tutto ciò che avviene là, avviene nel nostro territorio».

La battaglia di Debaltseve preoccupa l’Unione europea, ha dichiarato ieri una portavoce della Commissione da Bruxelles invitando le parti ad «aderire strettamente alle misure del pacchetto firmato la scorsa settimana». Tra queste, il monitoraggio affidato agli osservatori dell’Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Lunedì sera una nuova telefonata tra Angela Merkel, Vladimir Putin e il presidente ucraino Petro Poroshenko avrebbe definito i passi «concreti» necessari per garantire il rispetto della tregua. E ieri funzionari dell’Osce si sono confrontati in videoconferenza con ufficiali russi e ucraini, e rappresentanti dei separatisti. Ma a sera, bloccati sulla strada di Debaltseve, gli osservatori Osce stavano ancora aspettando.

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