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Bonus lavori in casa sempre più popolare: 1,68 milioni di domande

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le vie della ripresa

Bonus lavori in casa sempre più popolare: 1,68 milioni di domande

Un milione e 680mila domande nel 2014: gli italiani confermano di apprezzare molto i due bonus fiscali per i lavori in casa di recupero edilizio (sgravio Irpef del 50%) e per gli interventi di efficientamento energetico (sgravio Irpef del 65%). Siamo poco sopra i livelli del 2013 (+0,7%) quando si era registrato un boom senza precedenti dei lavori incentivati con una crescita del 45,2% delle domande.

Uno strumento anticongiunturale che ha ridotto in modo fortissimo l’impatto della crisi edilizia di questi anni. In termini di investimenti attivati dalle famiglie grazie all’incentivo fiscale il dato è ancora più clamoroso: 28 miliardi e 457 milioni di euro spesi nel 2014 (la cifra è comprensiva dei versamenti Iva), quasi due punti percentuali di Pil, con una crescita dell’1,8% rispetto ai 27.957 milioni di euro del 2013 che aveva registrato anche in questo senso un salto di scala (+45,5%). A conferma della popolarità di questo strumento di “fisco buono” si può ricordare che le domande presentate, da quando il bonus fu lanciato dal governo Prodi, nel 1998, sono state più di 11 milioni: per la precisione 11.113.281.

È questo il quadro che emerge dalle elaborazioni del Cresme - su dati dell’Agenzia delle Entrate relativi alle ritenute sui bonifici - che vanno ad aggiornare l’Osservatorio sui lavori di recupero indotti dagli incentivi fiscali: era stato il Rapporto Cresme-Camera dei deputati, infatti, lo scorso anno a svelare il clamoroso successo degli sgravi fiscali per i lavori in casa nella nuova versione “potenziata” (si veda Il Sole 24 Ore del 27 aprile 2014).

Alla base di quel boom 2013, continuato nel 2014, c’era stato infatti l’aumento dell’incentivazione ai livelli massimi del 50-65% deciso dal governo Letta su una battaglia fatta dall’allora ministro alle Infrastrutture, Maurizio Lupi. Il Governo Renzi ora beneficia degli effetti di questo strumento, anche in termini di occupazione, visto che gli investimenti attivati dal bonus valgono per il Cresme solo nel 2014 283.200 posti diretti nell’edilizia e 424.800 posti comprendendo l’indotto. Nota l’istituto di ricerca come il bonus sia stato un paracadute rispetto al terremoto occupazionale che ha colpito il comparto edilizio nella crisi 2011-2014 quando la perdita di 308mila posti di lavoro ha rappresentanto il 96% della perdita occupazionale dell’intera economia nello stesso periodo. Mentre l’edilizia ha pesato complessivamente per il 57,5% nella perdita di occupazione nell’intero periodo di crisi 2008-2014, nella seconda crisi 2011-2014, tutta la perdita di lavoro è concentrata nell’edilizia.

Ma, tornando ai dati sui bonus fiscali, il governo non potrà non tener conto di un campanello di allarme che riguarda soprattutto la seconda parte del 2014. Mentre infatti i primi quattro mesi dell’anno hanno mostrato un segno positivo rispetto anche al boom del 2013 e il primo semestre 2014 complessivamente ha comunque registrato un ulteriore incremento del 18,4% degli investimenti attivati, nel secondo semestre la frenata è forte, con una riduzione degli investimenti del 10,6% nel 2014 rispetto al 2013.

Il Cresme sottolinea infine il peso che gli sgravi hanno avuto sul più complessivo business del recupero edilizio. Tenendo sullo sfondo il dato generale che ormai il «riuso» pesa per il 70% sul valore della produzione edilizia totale, relegando le nuove costruzioni a una quota del 30%, il Cresme calcola che una quota circa del 60% del rinnovo edilizio abitativo è legato alla scommessa (finora vinta) degli sgravi fiscali. Questa quota scende al 42% se si considera l’intero settore del rinnovo (non solo abitativo). In numeri assoluti, la stima del Cresme è di 66 miliardi di investimenti in rinnovo edilizio e di 47,6 miliardi di investimenti in rinnovo abitativo.