Mentre il Working group dei vice ministri delle Finanze dell’Eurogruppo, riunito per esaminare la lista di riforme greche, finiva i lavori senza risultati concreti a Bruxelles, il premier greco, Alexis Tsipras, da Mosca cercava di rompere il fronte europeo del gas aprendo la strada alla partecipazione della Grecia a una pipeline russo-turca dopo lo stop al progetto South Stream nel Mar Nero.
Un gioco di sponde tra Mosca, Atene e Bruxelles voluto da Tsipras per cercare di ammorbidire le richieste europee sul fronte delle riforme in cambio dell’ultima rata di crediti da 7,2 miliardi di euro .
La proposta russa di partecipare al gasdotto russo-turco è stata una delle conclusioni dell’incontro durato due ore e mezzo e svoltosi ieri al Cremlino tra il presidente russo Vladimir Putin e il premier greco. I due leader hanno firmato una serie di documenti e poi hanno tenuto una conferenza stampa comune trasmessa in diretta tv.
Tsipras e Putin hanno parlato di Ucraina, ma anche di affari e soprattutto di energia. La Grecia «è interessata alla realizzazione di un prolungamento della pipeline che porti il gas russo in Europa» ha detto Tsipras, un riferimento alla partecipazione di Atene al progetto di gasdotto che attraverserà la Turchia: ogni Stato membro, ha precisato, «ha diritto a firmare accordi bilaterali in campo energetico».
Questo progetto può assicurare la «sicure zza energetica rispettando le regole sia della Grecia che che dell'Unione europea».
Anche il premier greco nonché leader di Syriza, la formazione politica di sinistra radicale che ha vinto le elezioni il 25 gennaio scorso, ha più volte sottolineato che la Grecia, pur facendo parte dell'Ue, è un Paese sovrano e quindi ha il diritto di tutelare i suoi interessi nazionali in linea «con il suo ruolo geopolitico di Paese mediterraneo e balcanico».
Atene, ha ripetuto il premier greco, è contraria alle sanzioni economiche imposte dalla Ue a Mosca, una forma di «guerra economica» che non condivide affatto: spero, ha affermato, che sorga «una nuova primavera nelle relazioni tra i nostri due Paesi».
Musica per le orcchie di Putin che ha detto che la Grecia «può diventare un importante centro di distribuzione» grazie al gasdotto russo-turco che Mosca intende costruire con Ankara dopo la cancellazione del progetto South Stream. «La Grecia però non ci ha chiesto nessun aiuto finanziario» ha precisato il leader del Cremlino, il quale ha aggiunto che Mosca potrebbe partecipare ad alcuni dei programmi di privatizzazione in Grecia e investire in progetti per la realizzazione di infrastrutture.
Il 2016, ha aggiunto, sarà l'anno della valorizzazione dei rapporti culturali fra Russia e Grecia. Gazprom aveva tentato senza successo nel 2013 di acquistare la rete del gas della Depa, la società statale greca che si occupa delle distrubuzione energetica.
I due leader hanno poi toccato il tema dell'embargo agricolo. «Non si può fare alcuna eccezione per un Paese membro della Ue», ha detto Putin rispondendo ad una domanda sulla possibilità di revocare l'embargo russo di prodotti agricoli greci. Putin ha aggiunto però che è possibile seguire la via della creazione di joint venture nel settore agricolo.
Tsipras che oggi avrà colloqui con il premier Dmitri Medvedev e il patriarca della chiesa ortodossa Kirill, ha ricevuto da Atene la buona notizia del buon esito dell’asta dei bond greci. La Grecia ieri è riuscita a collocare sul mercato del debito titoli del Tesoro a 6 mesi per 1,138 miliardi di euro riuscendo a centrare il proprio obiettivo di raccolta. L’asta era la prima di due previste per il mese di aprile e rappresentava un test cruciale per valutare il grado di fiducia dei mercati verso il paese. I bond sono stati collocati con un rendimento del 2,97%, invariato rispetto alla precedente asta di marzo. Il bid-to-cover ratio è stato di 1,30, invariato anch’esso rispetto a marzo. Oggi Atene ha promesso di rimborsare la rata di 460 milioni di euro al Fondo monetario.
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