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Il contraccolpo del «bazooka»

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L'ANALISI

Il contraccolpo del «bazooka»

«Il mercato è così intasato, che al primo stormir di fronda parte una tempesta. Ma in realtà non è successo nulla di particolare per giustificare oscillazioni così violente». A parlare è uno dei più grandi investitori italiani, che non spreca molte parole per spiegare il forte rialzo dei rendimenti dei Bund e dei BTp.

È bastato un aumento delle aspettative di inflazione a lungo termine, uno «stormir di fronda», per scatenare un generale riprezzamento dell'intero mercato obbligazionario. O meglio, per causare una sorta di gigantesco “rinculo” del bazooka di Mario Draghi.
Quanto sta accadendo oggi deriva dalla struttura stessa del mercato finanziario: un mercato troppo grande ma poco liquido, troppo automatizzato e composto da troppi investitori che - come grandi pecoroni - si muovono tutti insieme. Fino a poche settimane tutti speculavano in massa scommettendo sul ribasso dei rendimenti e sul rialzo dei prezzi dei titoli di Stato europei.

Il motivo era ovvio: dato che la Bce li compra sul mercato, per gli investitori era banale accodarsi a Mario Draghi e acquistare insieme a lui seguendo il trend. Soprattutto in un contesto di deflazione persistente. Questo ha fatto scendere i rendimenti dei Bund e dei BTp molto, troppo, in basso. E ha fatto collassare l'euro. Poco importava se tutti si rendessero conto che i rendimenti fossero troppo bassi, «folli» dicevano molti trader: quasi nessuno scendeva dal treno della speculazione semplicemente perché quel treno continuava a correre.

Poi è però arrivato lo «stormir di fronda»: il petrolio ha iniziato a risalire e con esso le aspettative di inflazione di lungo termine. Le attese di mercato relative al costo della vita in Europa in un arco temporale decennale sono molto infatti cambiate negli ultimi tempi: se fino a una settimana fa ci si attendeva per i prossimi 10 anni un caro-vita mediamente dell'1,66% annuo, in pochi giorni l'aspettativa è aumentata a 1,81%. Questo significa che il «bazooka» di Draghi diventa sempre meno necessario (aiutato dal rincaro del petrolio) e che l'inflazione risale. Ma significa anche che i Bund decennali allo zero virgola o i BTp all'1,4% non hanno più senso.

Così sono iniziate le prime vendite, che hanno causato uno stop o in certi casi un'inversione a “U” della speculazione di massa. Questo ha causato i consueti movimenti automatici o semi-automatici dei tanti investitori quantitativi e computerizzati che reagiscono al primo «stormir di fronda». Insieme ai computer si sono mosse probabilmente anche le assicurazioni tedesche, che hanno venduto un po' di derivati con cui si coprivano dal rischio di tassi troppo bassi dei Bund. Esasperando ulteriormente il movimento. E poi, chissà, tanti altri. Così al colpo di «bazooka» di Draghi è seguito il «rinculo»: in due settimane il tasso dei Bund decennali è quasi decuplicato (dallo 0,07% allo 0,59%) e quello dei BTp è salito dall'1,45% all'1,92%

Forse il trend cambierà di nuovo. Nessuno lo sa. Ma il punto è un altro. Ciò che accade in questi giorni dimostra quanto siano pericolosi i mercati finanziari: così grandi e così computerizzati da esasperare ogni movimento. Nel bene e nel male. E dimostra quanto le politiche monetarie ultraespansive vadano a giocare su un terreno che è sempre più instabile ed esasperato.
m.longo@ilsole24ore.com

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